Novità riguardanti l’inflazione, con i prezzi che crescono durante questo mese di marzo. Aumentano soprattutto carburanti e frutta: tutti i dati.
Svolta per quanto riguarda l’inflazione, con i prezzi che tornano a salire per la prima volta da febbraio 2020. A confermarlo ci ha pensato l’indagine dell’Istat che rileva una crescita dello 0,3% nell’inflazione, con un tasso d’inflazione che ha avuto un’accelerata del 0,8% negli ultimi 12 mesi. Questo, inoltre è il terzo mese consecutivo in cui accelera l’inflazione. Allo stesso tempo, però, fanno registrare una variazione tendenziale negativa i prezzi del carrello.
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Sempre l’Istat comunica che nel 2021 si è avuta una crescita del 0,9% riguardante proprio l’inflazione. Rispetto a febbraio, inoltre, aumentano i prezzi dei capi d’abbigliamento e calzature. Ma non solo, aumentano anche i prezzi dei carburanti con +7% nel primo trimestre 2021. Un dato che emerge dalla collaborazione di dell’Unione europea delle cooperative e del Ministero dello Sviluppo economico, proprio sulla base dell’ultimo rapporto Istat.
La prima associazione a commentare i nuovi dati dell’Istat è stata il Codacons. Infatti in seguito alla pubblicazione dei dati, l’associazione ha affermato che è proprio il caro benzina a far rialzare il prezzo all’inflazione. Questo termina un aumento della spesa di 246 euro per tutte le famiglie ‘tipo’ e di 319 euro per le famiglie con almeno due figli. Così il Codacons definisce ‘negativa’ questo tipo di inflazione perché la ripresa dei prezzi al dettaglio non è dovuta alla crescita dei consumi da parte delle famiglie. Anzi, al contrario, i consumi sembrerebbero in grosso calo.
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Ma come abbiamo anticipato, gli italiani non devono avere a che fare solamente con l’aumento di prezzi della benzina, ma anche della frutta. Infatti, il prezzo della frutta si è reso protagonista di un balzo del 3,6%, per effetto del clima pazzo che ha determinato una sofferenza delle coltivazioni. Ad affermare la variazione, stavolta, ci ha pensato la Coldiretti. Inoltre aumenta dell’1% anche il prezzo dei beni non lavorati. Infine, stando alla Coldiretti, a lavorare sull’aumento dei prezzi ci sta pensando anche la chiusura delle attività di ristorazione, che stanno bloccando il mercato.
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