Nuove proteste a Minneapolis, dove la polizia ha ucciso ancora un giovane ragazzo afroamericano. Come sono andati i fatti punto per punto.
Nuovo caso di un afroamericano ucciso dalla polizia a Minneapolis. Dopo George Floyd, un giovane di vent’anni di nome Daunte Wright è stato sparato e ucciso nella periferia della città, in zona Brooklyn Center. A riferirlo sono i media statunitensi. In città scoppiano adesso nuove proteste contro le forze nell’ordine, proprio mentre è in corso il processo contro l’agente Derek Chauvin, accusato di aver soffocato e ucciso George Floyd. Lo scorso maggio la morte dell’afroamericano diede inizio a proteste che hanno avuto eco in tutto il mondo, al grido di Black Lives Matter (le vite dei neri importano).
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La polizia di Brooklyn Center ha affermato che l’episodio è avvenuto ieri pomeriggio poco prima delle 14 (ora locale del Minnesota, intorno alle 21 italiane). Un agente ha fermato un’auto per violazioni del codice della strada. Stando a quanto riferito dal dipartimento di polizia, il ventenne afroamericano avrebbe provato a risalire sul veicolo, opponendo resistenza al tentativo del poliziotto di arrestarlo. A quel punto uno degli agenti presenti ha aperto il fuoco contro Daunte Wright. Pur ferito, è riuscito a mettere in moto ma si è schiantato poco dopo contro un’altra auto ed è morto.
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Diversa la versione della madre del ragazzo, che ha raccontato la telefonata di suo figlio a pochi istanti dalla morte – riportata dal New York Times. Il motivo del fermo sarebbe stato un deodorante per ambiente appeso allo specchietto retrovisore, spiega la donna ai giornalisti. Gli agenti hanno poi chiesto informazioni sull’assicurazione del veicolo e intimato a Daunte di chiudere il telefono. La madre era al telefono pronta a dare i dettagli dell’assicurazione, ma ha sentito soltanto una brusca chiusura della chiamata e un “Daunte, non scappare” pronunciato da un poliziotto.
Nella serata di ieri centinaia di manifestanti sono scesi per le strade della principale città del Minnesota per protestare contro la brutalità della polizia. Una marcia con destinazione il dipartimento di polizia locale: ad attenderli agenti in tenuta anti sommossa. Lacrimogeni per disperdere la folla e disordini con spari e atti vandalici: la tensione si è protratta fino a tarda sera, intorno alle 23 ora locale. Il sindaco oggi ha imposto il coprifuoco per evitare che certe scene si ripetano, rivolgendo poi un appello ai cittadini chiedendo loro di tornare a casa.
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