Nuova svolta nel caso dei tre napoletani scomparsi in Messico. Questa mattina arriva la condanna a 50 anni di carcere per i poliziotti incriminati.
Colpo di scena sul caso dei tre cittadini napoletani scomparsi in Messico. Infatti questa mattina è arrivata la pena a 50 anni di carcere per i poliziotti giudicati responsabili della “sparizione forzata” di Antonio Russo e Vincenzo Cimmino. I due cugini erano originari del quartiere Mercato e sono spariti in circostanze misteriose nel paese messicano. Questa mattina, il tribunale dello stato di Jalisco ha deciso di infliggere la pena a a Salomon Adrian Ramos Silva ed Emilio Martines Garcia.
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Stando alle parole dei giudici, i due agenti di polizia sono pienamente responsabili del reato contestato in concorso. Nell’indagine ci sarebbero altri agenti di polizia tra cui anche il comandante del distretto di Jalisco. Il processo in Messico riguarda indirettamente anche la terza persona scomparsa, Raffaele Russo (60 anni), padre di Antonio e zio di Cimmino. Infatti dell’uomo si erano perse le tracce poco prima della sparizione del figlio e del nipote.
Durante il processo una poliziotta imputata, Linda Guadalupe Arroyo, è scappata durante una delle pause ed adesso si attende la sua cattura per capire l’entità della condanna. Al momento però della poliziotta non si ha alcuna notizia. A decidere la condanna per i due poliziotti, invece, ci hanno pensato i giudici Sonia Alvarez Cisneros, Jaime Navarro Hernandez, Jorge Vejar Villa e Manuel Alejandro Gutierrez Banuelos della Fiscalia. I quattro giudici avevano chiesto 60 anni di carcere, pena abbassata a 50 anni al termine del processo.
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Inoltre proprio per l’ultimo giudice (della Fiscalia) attualmente i tre napoletani risultano come ‘desaparecidos‘ e per questo si continuerà la ricerca dei tre uomini. In seguito alla requisitoria, i giudici erano in collegamento da Napoli con Francesco Russo, in compagnia dell’avvocato Luigi Ferrandino. La richiesta dell’uomo ai condannati era di rivelare dove si trovano i tre ragazzi qualora lo sapessero. Mentre invece l’avvocato della famiglia Russo, Claudio Falletti, ha chiesto ulteriore impegno al Governo italiano dopo anni di silenzio.
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