Il lancio della nuova Alitalia è ancora lontano. Ad essere contrari sono i sindacati, che contestano le dimensioni della nuova compagnia.
Per la costituzione della nuova compagnia aerea che sostituirà Alitalia bisognerà aspettare. A frenare gli sviluppi sulla trattativa sono i sindacati, dubbiosi riguardo a come e in quali ambiti agirà la futura società, con la preoccupazione di non avere un’azienda all’altezza delle esigenze richieste dal mercato.
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Nello specifico, la polemica si basa su quanto emerge dalle trattative con la Commissione Europea. Secondo quanto ritenuto dagli stessi sindacati, questi accordi priverebbero il nostro paese di una compagnia capace di poter competere con altri attori sul piano nazionale e internazionale.
Alitalia, lo stop dei sindacati
Nello specifico si parla anche di danni inestimabili per il Paese, che si troverebbe con un vettore regionale e non nazionale. E che riporterebbe, secondo il loro comunicato, l’Italia indietro di 75 anni e non proiettata verso un futuro più roseo. Dove poter combattere ad armi pari anche con compagnie maggiormente attrezzate.
Il timore concreto deriva anche dagli accordi. Che prevedono un taglio robusto del personale, con la riassunzione a condizioni diverse di quello superstite. Per gli altri invece ci sarà solo la cassa integrazione per 5 anni, oltre ad uno scivolo per la pensione.
La controproposta dei rappresentanti dei lavoratori
Quello che invece Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti chiedono è di non sprecare i 3 miliardi a disposizione. Bisogna attuare un piano industriale adeguato, che tenga conto delle ultime trasformazioni avvenute in questi mesi a causa anche della pandemia da coronavirus.
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Nello specifico sono tre gli obiettivi da perseguire. Il primo è l’acquisto di almeno 100 aeromobili, seguito da un piano che punti sulle rotte cargo intensificatesi in questi mesi. Infine, va focalizzata l’attenzione sui voli a lungo raggio, che rappresentano le rotte più redditizie per il mercato aereo.