Cashback, Fratelli d’Italia ha proposto la sospensione della misura. Il Senato boccia ma nella maggioranza c’è chi si astiene
Ieri al Senato si è consumato uno scontro all’interno della maggioranza su Cashback. L’aula di Palazzo Madama ha votato la sospensione proposta da Fratelli d’Italia. I sì sono stati solo 20, 114 i no e 89 gli astenuti.
È emersa una divisione all’interno della maggioranza. Hanno votato contro la sospensione Il Partito Democratico, Liberi e Uguali e il Movimento 5 Stelle. Hanno invece votato insieme per l’astensione Forza Italia, Italia Viva e la Lega. Il provvedimento ha da sempre suscitato qualche perplessità soprattutto da quando sono emersi alcuni gesti di furbetti – comunque legali – per accaparrarsi il cosiddetto Super Bonus.
Il provvedimento quindi non sarà sospeso ma ci saranno delle rivisitazioni. C’è stato infatti un ordine del giorno della maggioranza che chiede al governo di applicare dei correttivi proprio in chiave anti-furbetti.
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I punti sui quali si vuole porre attenzione nelle modifiche da apportare sono principalmente due: evitare che con pagamenti di pochi euro si possa scalare la classifica e ottenere il rimborso solo perché tante sono state le operazioni; cercare di correggere il sistema in modo che chi ha un reddito alto non possa beneficiare di rimborsi elevati.
Mentre l’opposizione con Giorgia Meloni denuncia lo sperpero di denaro, nella maggioranza, con la viceministra al Mef Laura Castelli, si sostiene che la misura di autofinanzia. Anche la Cgil, tramite le vicesegretaria Gianna Fracassi, accoglie positivamente il respingimento della sospensione sostenendo che la misura è un forza di contrasto all’evasione fiscale, ammettendo che comunque è possibile migliorare il sistema.
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La misura sembra però piacere agli italiani. Partita in via sperimentale l’8 dicembre 2020 ed entrata in vigore ufficialmente il 1 gennaio 2021, sono 8 milioni i cittadini che fino a marzo si sono registrati per ricevere il rimborso sulle spese effettuate tramite carta.
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