Il problema dell’elevata tassazione si ripete di anno in anno in Italia. Un rapporto dell’OCSE propone il tagli del cuneo fiscale in modo da riavviare l’occupazione.
In Italia il tema delle tasse sul lavoro è da sempre un argomento spinoso. Da molti viste come eccessive, anche per l’Ocse il costo del lavoro è ritenuto troppo elevato. Lo afferma il direttore del centro di politica fiscale Pascal Saint-Amans.
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Il cuneo fiscale è la differenza tra il costo del salario ed il salario effettivamente percepito dal lavoratore. Nel nostro paese il costo per i datori di lavoro è effettivamete alto, impedendo ogni tentativo di assunzioni e costringendo alla stagnazione i salari.
Italia, le proposte per il cuneo fiscale dell’Ocse
Secondo l’Ocse il nostro paese dovrebbe rivedere l’adeguatezza del regime forfettario al 15% per i detentori di partita IVA. Innalzandolo fino alla soglia di 65mila euro, si riuscirebbe a dare una nuova spinta alle piccole e medie imprese che sono la spina dorsale dell’economia italiana.
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Allo stesso modo va ridotta l’elusione fiscale, al fine di limitare le perdite di gettito. Inoltre è utile distinguere tra lavoro dipendente ed autonomo. In modo da capire dove attivare i relativi interventi, con la detassazione dei relativi redditi.
Puntare al reddito da capitale
L’Italia potrebbe poi recuperare aumentando la tassazione sui redditi da capitale. Tra azioni, obbligazioni e proprietà immobiliari Sait-Amans evidenzia come questi subiscano un trattamento di favore rispetto ai redditi da lavoro. Un fenomeno che si riscontra anche in altri paesi che necessita di una revisione.
I lavori, come affermato dal direttore, vanno avanti spediti. La speranza è di mettere tutto nero su bianco già al prossimo G20 a Venezia. Viene inoltre indicato un altro problema da risolvere, oltre allo sviluppo del digitale. Riguarda l’istituzione di una tassazione minima mondiale, al fine di porre fine alla dannosa fuga di capitali.