Open Arms, la Procura chiede rinvio a giudizio per Salvini

Il segretario della Lega, Matteo Salvini, è stato rinviato a giudizio nell’ambito del caso Open Arms. L’atto è posto in essere dai magistrati di Palermo.

Salvini
Matteo Salvini è stato rinviato a giudizio (Getty Images)

Matteo Salvini è stato rinviato a giudizio nell’inchiesta sul caso Open Arms. La Procura di Palermo lo accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. La vicenda risale al 2019, quando il parlamentare presiedeva il dicastero degli Interni.

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In quella veste impedì, secondo le accuse, alla nave dell’ONG Open Arms di attraccare in territorio italiano. Una vicenda che durò venti giorni, fatta di ricorsi in tribunale e sentenze che permisero alla fine l’attracco in un porto sicuro.

Salvini, le accuse degli inquirenti

Secondo il procuratore di Palermo, l’ex ministro avrebbe illeggitimamente esercitato il suo potere. In particolare, si ritiene che non abbia rilasciato il POS(place of safety). Un atto di urgenza che è di competenza del Presidente del Consiglio ma il cui rilascio spetta proprio al ministro dell’Interno.

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Ebbene per i magistrati il non rilasciarlo sarebbe stato del tutto illegittimo. I ritardi ingiustificati, e l’ostinazione nell’impedire lo sbarco rappresenterebbero un vero e proprio illecito. Che ne giustifica il rinvio a giudizio ed un eventuale processo.

La risposta del senatore

Salvini
Il segretario della Lega non rinnega quanto fatto (Getty Images)

A tal riguardo Salvini ha commentato le richieste dei pm. Non lo spaventa il fatto di affrontare un procedimento che potrebbe concludersi con una condanna  quindici anni di reclusione. E spiega le motivazioni del suo gesto.

Secondo il segretario della Lega, la sua azione è legata alla salvaguardia del Paese, dando un sveglia all’Europa e salvando anche delle vite umane. Si ritiene inoltre orgoglioso di quanto fatto nell’esecutivo Conte I, a tutela e protezione degli interessi dell’Italia.

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