Sondaggi politici, cala la fiducia in Draghi: Conte in crescita

Secondo gli ultimi Sondaggi politici il presidente del Consiglio Draghi avrebbe subito un calo nel gradimento. In risalita Giuseppe Conte così come il M5S.

Sondaggi politici
Mario Draghi cala per la prima volta nei sondaggi (Getty Images)

 

Gli ultimi sondaggi politici, elaborati da Demos, rivelano per la prima volta un calo nel gradimento dei consensi per Mario Draghi. L’attuale capo del Governo scende in un mese di due punti percentuali, attestandosi al 69 per cento dei gradimenti.

Sale invece Giuseppe Conte. Il predecessore dell’ex governatore della Banca Centrale Europea arriva al 67% di consensi, in una classifica che vede anche altri leader e membri del Consiglio dei Ministri. L’ex primo ministro quindi continua a ricevere fiducia nonostante abbia rassegnato un mese fa le sue dimissioni.

Sondaggi politici, Lega rimane primo partito

Nella classifica rientrano anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, il commissario europeo Gentiloni e l’ex segretario Zingaretti, ex aequo al quinto posto con Giorgia Meloni. Più staccati invece SalviniDi Maio.

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Per quanto riguarda il dato dei partiti, la Lega rimane solida nei consensi con un 22,3% delle preferenze. Al secondo posto balzano i 5 stelle con il 18,8% mentre il Partito Democratico è terzo con il 17,2%, staccando di pochissimo Fratelli d’Italia. Calo per i partiti piccoli: Azione Italia Viva arretrano nelle preferenze.

Gradimento per il nome di Letta

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Espresso gradimento per il ritorno di Enrico Letta come segretario (Getty Images)

Guardando alle variazioni, il partito della Meloni è l’unico in costante crescita in questi ultimi mesi. I dem invece pagano la scelta delle dimissioni di Zingaretti, con un arretramento di ben tre punti percentuali. In attesa che avvenga la nomina del successore, ci sono però delle indicazioni positive.

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Un possibile ritorno di Enrico Letta alla guida del partito è gradito dagli intervistati. Il tasso di apprezzamento nei suoi confronti è infatti aumentato al 28%, superando anche quello del presidente della Regione Lazio, che si attesta al 23%. Segno che questo nome potrebbe ricompattare un partito all’apparenza spaccato in più filoni

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