Castellammare di Stabia, i carabinieri arrestano due persone (una è già in carcere) per un delitto voluto dal clan D’Alessandro
Dopo nove anni arriva a una svolta per caso di Raffaele Carolei. Oggi i carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata hanno dato esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del 42enne Gaetano Vitale e Giovanni Savarese (detenuto) di anni 47. Secondo gli investigatori sono loro gli esecutori dell’omicidio di camorra di Carolei, deciso dai vertici del clan D’Alessandro.
Il 10 settembre 2012 i familiari denunciarono la sua scomparsa. Il lavoro degli inquirenti ha ricostruito cosa successe quel giorno a Castellammare di Stabia, nel Napoletano. Gaetano Vitale e Pasquale Rapicano ingannarono la vittima portandolo a casa di Catello Rapicano. Il motivo dell’invito era la discussione di questioni riguardanti lo spaccio di droga in città.
Carolei fu fatto accomodare al tavolo e in un istante scattò il piano messo in atto dagli assassini. Catello Rapicano lo immobilizzò alle spalle mentre Savarese gli mise una corda al collo. Con Pasquale Rapicano tirò le estremità mentre Vitale bloccò invece le mani della vittima.
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Castellammare di Stabia, i motivi dell’uccisione di Carolei
All’omicidio partecipò anche Giovanni Battista Panariello, all’epoca minorenne, che ebbe il ruolo di controllare esternamente, restando fuori dall’appartamento. Una volta ucciso il corpo di Carolei fu avvolto nella plastica e caricato in macchina. Il cadavere fu portato in via Schito e fu lasciato in un fondo in modo che non venisse ritrovato.
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Il motivo della sua uccisione fu la vendetta. I vertici del clan che porta il nome di Michele D’Alessandro (il boss è morto in carcere nel 1999) decisero per l’eliminazione degli affiliati al clan contrapposto, Omobono-Scarpa, che avevano ucciso Giuseppe Verdoliva, autista e uomo di fiducia del boss.
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