Tim annuncia un taglio corposo dei propri dipendenti. La società vuole snellire la forza lavoro, prevedendo un meccanismo di uscite volontarie.
Annunciati circa 1300 tagli tra i dipendenti TIM. La misura è frutto di un accordo tra la società di telecomunicazioni ed i sindacati. Questo attraverso uscite volontarie, che si esplicano con meccanismi di prepensionamento della forza lavoro.
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La misura coinvolge il 3% dei lavoratori, che in totale ammontano a 42.600 dipendenti nel solo territorio nazionale. Nel 2019, un precedente accordo ha portato ad un taglio di 2100 persone. Che nello scorso anno sono salite a 2500.
Tim, prevista una profonda modifica nell’organigramma
Al 31 dicembre 2020 i dipendenti Tim ammontavano a 52.347 unita. Un calo quindi costante e programmato, con 3000 unità in meno nel 2019. Di questi ben 42mila si trovavano in Italia, da sempre punto di riferimento della compagnia operante nel campo delle telecomunicazioni.
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Sull’accordo parla Riccardo Saccone in rappresentanza della CISL. Il segretario inquadra l’intesa sulla base del ricambio generazionale della stessa azienda. Senza dimenticare l’accordo tra quest’ultima e Cassa Depositi e Prestiti, con l’obiettivo di accelerare i lavori sulla rete unica.
L’obiettivo è aumentare i risultati in azienda
Anche per Tim la pandemia ha inciso pesantemente sui bilanci. Nonostante l’alta richiesta per servizi di telefonia nei mesi di pandemia, il calo è stato pesante ed evidente. Infatti i ricavi si sono ridotti del 7,7%, dovuti anche all’aumento della concorrenza che diventa sempre più agguerrita.
Per questo l’obiettivo della società è perseguire dei servizi che siano il più possibile all’avanguardia. Questo risultato prevede anche una maggiore oculatezza nelle prossime assunzioni. L’obiettivo è quello di assumere lavoratori in grado di avere grandi competenze nel mondo digitale. Dove l’azienda punta a mantenere posizioni di leadership, dopo avere mantenuto stabili le quote nel campo della telefonia e di servizi Internet.