Il premier Mario Draghi è pronto a cancellare il cashback introdotto da Conte. Al suo posto saranno utilizzati 3 miliardi per ristori e povertà: i dettagli.
Mario Draghi è pronto a fare il primo passo indietro rispetto al precedente Governo Conte, pensando ad un’abolizione del Cashback. La misura era stata pensata dal governo giallo-rosso per risolvere il problema relativo all’evasione fiscale e prevedeva il rimborso del 10% per tutti i pagamenti effettuati con moneta elettronica. Una scelta che aveva entusiasmato anche i consumatori, pronti a ricevere il rimborso mensile di 150 euro ed a sognare il super-premio di 1500 euro.
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Ma la decisione del Governo tecnico potrebbe arrivare solo a partire dal 2022, con il rimborso spese che dovrebbe rimanere per tutto quest anno. Ovviamente a difendere i rimborso spesa ci sta pensando proprio il Movimento 5 Stelle, che aveva chiesto a Giuseppe Conte l’implementazione della misura. Andiamo quindi a vedere cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi, con Draghi pronto a ripensare o addirittura ad abolire la misura.
Cashback, Mario Draghi pensa alla rimozione: il piano con il Ministro all’Economia Daniele Franco
Con molte probabilità il cahsback rimarrà in vigore almeno fino al termine di dicembre, una misura importante specialmente per favorire i consumi calati a picco a causa della pandemia. Dall’opposiozone, oramai da tempo, si chiede di abolire la misura approvata da Giuseppe Conte, magari ridistribuendo questi fondi a ad altro. Infatti in ballo ci sono ben 4,7 miliardi, che potranno essere ridistribuiti in ristori e lotta contro la povertà. Qualche giorno fa, invece, Matteo Renzi chiese di ripensare il cashback, con delle modifiche che farebbero piacere anche ad alcuni esponenti dei pentastellati.
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Appare certa, invece, una modifica (anche immediata) del super cashback da 1.500 euro che premia i 100mila italiani che hanno totalizzato più transazioni. Il motivo di questo provvedimento è proprio l‘emergere di tantissimi furbetti, che hanno cercato di scavalcare la classifica con micropagamenti. Infatti queste infrazioni sono state rilevate specialemente ai distributori di benzina self service. Si sta pensando ad una serie di sanzioni che scoraggino queste pratiche, in attesa di rivedere completamente il provvedimento all’inizio del 2022.
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