L’Ue rompe il silenzio sul blocco del trasporto del vaccino AstraZeneca. Per l’Unione Europea è importante che le aziende rispettino i tempi di consegna.
Nella giornata di ieri il premier italiano Mario Draghi ha deciso di fermare l’export delle dosi di vaccino AstraZeneca in Australia, una mossa che ha trovato il consenso dell’Ue. Infatti questa mattina il portavoce capo della Commissione Europea, Eric Mamer, ha rotto il silenzio. Infatti Mamer è intervenuto sul provvedimento affermando: “Un messaggio all’azienda dall’Ue, e cioè quello di rispettare i tempi di consegna“. Inoltre questa è una mossa lecita, proprio grazie all’attuazione del meccanismo di autorizzazione delle esportazioni di vaccini anti Covid deciso a fine gennaio.
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Così sono state bloccate ben 250mila dosi AstraZeneca, con l’Ue che adesso pensa di redistribuire queste dosi in giro per i paesi europei. Mamer ha mandato il messaggio direttamente all’azienda in questione, che ha annunciato un nuovo ritardo sulla consegna delle dosi. Poi la portavoce per il Commercio, Miriam Garcìa Ferrer, ha spiegato che ad oggi l’Ue ha autorizzato 174 esportazioni di vaccini, verso una trentina di paesi.
Mario Draghi ha dettato la linea del suo governo riprendendo quel “Whatever it takes. E credetemi: sarà abbastanza” che salvò l’euro. Così dopo il nuovo annuncio di ritardi da parte di AstraZeneca si è deciso per il blocco dell’esportazione, mossa che potrebbe essere replicata anche dalla Francia. Le dosi bloccate, inoltre, verranno redistribuite dall’Unione Europea. Ma l’Australia non ha mostrato sdegno nei confronti dell’Ue, anzi ha deciso di appoggiare la causa.
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Infatti da Canberra, il primo ministro australiano Scott Morrison ha affermato: “In Italia le persone muoiono al ritmo di 300 al giorno: quindi posso certamente capire l’alto livello di ansia in Italia e in molti Paesi in tutta Europa. Sono in una situazione di crisi senza freni. Questa non è la situazione in Australia“.
Una mossa di solidarietà da parte di Morrison che ha concluso affermando di aver preferito evitare questa mossa italiana, ma che non è sorprendente che alcuni Paesi straccino le regole quando si trovano in queste condizioni. Vedremo quindi nei prossimi giorni se altri paesi europei decideranno di prendere la stessa decisione dell’Italia, intanto si studia una redistribuzione dei vaccini.
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