AstraZeneca, Italia e Ue bloccano esportazione in Australia

Bloccata l’esportazione dei vaccini AstraZeneca, destinati al mercato australiano. A deciderlo Italia ed Unione Europea, che si muovono a tutela della salute dei cittadini.

AstraZeneca
Bloccate le esportazioni extraUe del vaccino (Getty Images)

L’Italia usa il pugno duro sui vaccini. Con l’assenso della Commisione Europea, il governo blocca di 250mila vaccini diretti in Australia. E’ il Financial Times a riportare la notizia, citando fonti interne al governo diretto da Mario Draghi.

Questa mossa rappresenta il primo blocco alle esportazioni da quando Bruxelles ha annunciato il sistema di blocco di vendita a paesi extracomunitari. Ogni società deve infatti prima notificare e aspettare il lasciapassare delle autorità nazionali prima di procedere alla vendita.

AstraZeneca, il provvedimento UE genera tensioni internazionali

Il provvedimento però rischia di creare delle tensioni tra l’UE ed i suoi partner internazionali. Questi ultimi sono irritati da una strategia che potrebbe rallentare i propri ritimi sulle campagne vaccinali.

Leggi anche-> Vaccino AstraZeneca, nuovo obiettivo per l’Italia: “5 milioni di dosi a marzo”

La mossa però risiede nel ritardo che tutti i paesi comunitari hanno già subito. Con malumori riversati sulle stesse case farmaceutiche, criticate della violazione degli accordi con la Commissione Europea. Con ritardi che rallentano il progresso nella campagna vaccinale.

Un meccanismo in vigore dal 31 gennaio

AstraZeneca
Blocco necessario per tutelare la salute dei cittadini (Getty Images)

Il “Meccanismo temporaneo di trasparenza ed autorizzazione” è in vigore dal 31 gennaio, con scadenza fissata al 31 gennaio. Inoltre lo stesso meccanismo prevede una possibilità di proroga, con successivi rinnovi in caso di necessità.

Leggi anche-> Vaccino Covid, l’Ema inizia la revisione di Sputnik V: la promessa dell’Ue

Il testo impone alle società di avvisare i paesi prima di vendere a paesi terzi. Con una specifica richiesta, bisogna anche indicare il numero di dosi esportate dal 31 ottobre 2020, oltre a quelle distribuite in Europa dal dicembre dello stesso anno. Il governo che riceve la richiesta deve poi avvertire la Commissione, la quale si esprime con parere favorevole o contrario. Quest’ultima sul caso ha precisato che non è un bando alle esportazioni, consentendo una certa discrezionalità sul consentire o meno le esportazioni.

 

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie