Nigeria, il governatore annuncia il rilascio delle ragazze rapite venerdì scorso: “Sono 279 e non è stato pagato alcun riscatto”
Sono state liberate le studentesse che venerdì scorso erano state rapite in Nigeria a Jangebe, nel nord-est del paese, nello Stato dello Zamfara. L’annuncio è stato fatto dal governatore locale, Bello Matawalle, che ha precisato che le studentesse rapite non erano 300 come detto in un primo momento ma 279.
Ad Al Jazeera il governatore ha precisato che non è stato pagato nessun riscatto e che il rilascio è avvenuto dopo il negoziato che aveva avviato. “Ho insistito perché non si pagasse”, ha dichiarato.
Domenica si era diffusa la notizia purtroppo rilevatasi falsa della loro liberazione. Fu un portavoce del governatore a smentire confermando al contrario che le ragazze (il momento si credeva che fossero oltre 300) erano nelle ancora nelle mani dei rapinatori.
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Sulla vicenda però c’è ancora tanto da capire perché alcuni aspetti sono ancora avvolti dal mistero. Se davvero nessun riscatto è stato pagato è difficile pensare che i rapinatori non abbiano avuto nulla in cambio. Quando lo scorso weekend si era diffusa la voce della liberazione, alcune testate giornalistiche avevano specificato che il rilascio c’era stato davvero ma solo per alcune di loro.
Purtroppo lo Stato africano deve fare spesso i conti con situazioni del genere vista l’instabilità politica con vari gruppi di guerriglia che creano caos e timore sociale.
A dicembre a Kankara, nello Stato di Katsina erano stati portati via 300 studenti. L’ultimo episodio ha fatto seguito a un altro avvenuto la settimana precedente dove a Niger, la capitale, erano stati rapiti 42 bambini.
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I grippi autori di questi rapimenti hanno principalmente la finalità estorsiva e secondo gli esperti hanno legami con Boko Haram, la più grande organizzazione terroristica a carattere islamista del paese che fornisce alle organizzazioni più piccole le armi per le proprie azioni.
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