Napoletani scomparsi in Messico, era in programma oggi l’inizio del procedimento che invece si aprirà il 22 marzo
Doveva cominciare oggi alle ore 17.00 italiane il processo che vede tre poliziotti imputati della scomparsa di Raffaele e Antonio Russo e Vincenzo Cimmino, tre napoletani di cui si sono perse le tracce dal gennaio 2018 nello Stato messicano Jalisco. Raffaele è il padre di Antonio e Vincenzo un loro congiunto.
La prima udienza comincerà il 22 marzo a causa di questioni legali che saranno rese note nei prossimi giorni. Lo ha comunicato Claudio Falleti, avvocato dei tre. Gli agenti sono accusati di aver consegnato i tre ad un boss narcotrafficante del Cartello ‘Jalisco Nueva Generación’ (Cjng) di Ciudad Guzmán.
Il processo inizierà dopo un’istruttoria non facile e caratterizzata anche da morti sospette. A processo vanno solo tre dei quattro poliziotti perché uno è morto in carcere, Fernando N. Gli agenti sono del commissariato di Tecalitlan e anche il sindaco della città è morto, ucciso con colpi di arma da fuoco.
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Napoletani scomparsi in Messico: negativo il Dna sui cadaveri ritrovati
Tra i morti c’è anche Rodriguez Castillo, il boss ritenuto mandante del rapimento per mano dei poliziotti che sarebbero stati compensati. Su questa morte aleggia però un alone di sospetto visto che il cadavere non è mai stato ritrovato.
Castillo è stato ucciso a fine agosto 2020. Era stato arrestato a seguito di alcune intercettazioni telefoniche dalle quali emergeva una sua responsabilità. Alcuni mesi dopo, però, era stato “inspiegabilmente rilasciato”, aveva detto l’avvocato dei tre cittadini italiani.
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In questi anni sono stati trovati invece altri cadaveri e il sospetto era che fossero dei tre napoletani. L’esame del Dna ha però smentito questa ipotesi. Lo ha anche consegnato l’avvocato Falleti che nei giorni scorsi insieme a Francesco Russo (figlio di Raffaele e fratello di Antonio), si è riunito da remoto con la Comision Nacional de Busqueda, l’organo messicano che si occupa di cercare persone scomparse.
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