Confindustria traccia la prima proiezione per la ripresa economica italiana. Avverrà dal terzo trimestre dell’anno, ma solo ad una condizione.
I mercati finanziari stanno iniziando a dare più credito all’Italia, con i Btp decennali che sonos cesi al minimo storico e ben presto si stima una ripresa di fiducia da parte di famiglie e imprese. Questo andamento fa crescere l’ottimismo in Confindustria, pronta a prevedere una ripresa economica al terzo trimestre. Infatti per la confederazione, il Pil potrebbe mostrare segno positivo già nel secondo trimestre, anche se il rimbalzo dovrebbe avvenire solamente nel terzo.
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Ad affermare lo studio ci ha pensato il report ‘Congiuntura Flash’ del Centro studi di Confindustria. Infatti, stando al comunicato, il tasso sovrano ha registrato un netto calo nel mese di febbraio, proprio con la formazione del governo tecnico guidato da Draghi. Come detto, il Btp decennale è ai minimi storici, con una discesa al 0,52% medio nel mese. Mentre invece lo spread in Germania sale al 0,98%, valore che non si vedeva dal 2015. Se il calo dovesse avere una conferma, il paese sarà costretto a tagliare il costo del debito per il Paese.
Con il nuovo Governo di Mario Draghi ne trae benefici anche la Borsa Italiana. Infatti la borsa recupera il ribasso di gennaio, con un ottimo +6,1% nel mese di febbraio. Ovviamente un dato entusiasmante, ma ben al di sotto dei livelli pre-Covid, con una differenza ancora del 9,8%. Il rialzo del mese di febbraio però potrebbe spingere la fiducia di famiglie e imprese italiane, con lo scenario del Pil 2021 che adesso appare roseo.
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Stando ai dati di Confindustria, il settore dei servizi va peggio di quello dell’industria ed inoltre un recupero dell’attività è oramai compromesso. Infatti come riporta lo studio della Confederazione: “La flessione dell’attività è meno marcata a inizio 2021, ma le condizioni di domanda restano deboli a causa delle misure anti-pandemia ancora in campo“.
Inoltre stando al Csc, un allentamento delle restrizioni potrebbe rilanciare i consumi. Questo scenario però desta dubbi e perplessità, specialmente per la presenza di varianti nella nostra penisola. Così lo scenario incerto non fa altro che spingere le famiglie a conservare. Proprio per questo il Csc spinge ad un aumento dei consumi, che però al momento appare incompatibile alla situazione pandemica presente nella penisola.
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