La protesta dei ristoratori di Napoli riaccende le polemiche. Il passaggio alla zona arancione provocherebbe dei danni economici importanti al commercio.
Si riapre la protesta dei ristoratori a Napoli. E’ Massimo Di Porzio a mettere in luce le criticità di un passaggio alla zona arancione. Il presidente napoletano dei ristoratori di Confcommercio non ci sta a questo cambio di colore.
“E’ un vero e proprio accanimento contro i bar e ristoranti”-dice-“Tutti gli altri negozi rimangono aperti mentre noi chiudiamo. Se chiudiamo di nuovo è una tragedia per un settore già in ginocchio”.
Napoli, proteste per le prossime chiusure
Di Porzio continua dicendo: “La chiusura serve per combattere la movida. Nei ristoranti però ci sono spazi e protocolli applicabili. Cosa che invece non succede in strada. Le persone ormai si vedono ovunque, difficile controllare gli spostamenti”.
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Per lui le soluzioni sono due: “Bisogna distinguere tra chi ha pochi metri quadrati e chi invece può disporre di locali ampi.Oppure facciamo un lockdown, vacciniamo tutti e ripartiamo. Smettiamola con questa incertezza che dura ormai da tempo”.
Continuano ad esserci le spese
Nel mezzo di queste polemiche, le spese per i locali non si fermano. “In questi mesi abbiamo lavorato a pranzo per pagare i debiti e restare a galla. Tornare ad essere arancioni sarebbe una mazzata”.
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E conclude: “Ci è arrivata la Tari del Comune da pagare entro il 16 marzo in un’unica rata. Abbiamo avuto uno sconto del 10%. Ma è impossibile pagarla. Inoltre è paradossale visto che in questi mesi i commercianti hanno fatto per lo più consegne a domicilio”.
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