Decreto ristori 5, il nuovo esecutivo di Mario Draghi prosegue il lavoro del precedente: contributi a fondo perduto
Il primo vero provvedimento del nuovo governo targato Mario Draghi è il decreto Ristori 5. Per i nuovi aiuti alle categorie più colpite era già a lavoro il governo Conte II ma la crisi della maggioranza ha causato il blocco dell’iter.
Per il provvedimento il Parlamento ha già varato uno scostamento di bilancio di 32 miliardi di euro. Rispetto ai quattro decreti voluti dal precedente governo potrebbero esserci delle modifiche. Degli aiuti potrebbero beneficiarne solo le categorie più colpite e ci sarebbero incentivi e non sussidi.
Tra i punti più attesi per i lavoratori ci sarebbe il prolungamento della Cassa Integrazione Generale e il blocco dei licenziamenti. Al momento si resta sempre nel campo delle ipotesi. Potrebbero esserci contributi a fondo perduto per chi è senza codice Ateco e 1000 euro per le Partita Iva ma anche per per stagionali, intermittenti e autonomi.
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Decreto Ristori 5, c’è anche la Pace fiscale
Gli aiuti sono previsti anche agli autonomi che non sono titolari di una Partita Iva ma che sono iscritti alla Gestione separata con almeno un contributo mensili, dunque che hanno contratti autonomi occasionali.
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Anche le altre forme di sostegno come la Naspi e la Rem dovrebbero avere una proroga. Nel quinto Decreto ristori saranno contenuto anche norme per la cosiddetta pace fiscale 2021 con rottamazione delle cartelle esattoriale e nuovo saldo e stralcio.
Per quanto riguarda i tempi si entrerà nel vivo negli ultimi giorni della settimana o dalla prossima. Il governo deve ancora incassare la fiducia del Parlamento. Oggi è previsto il voto alle 17 al Senato e domani alla Camera alle 18.
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