Iraq, attacco a base militare a Erbil dove ci sono anche soldati italiani non coinvolti nei fatti. Fatto rivendicato da una sigla minore
Ieri sera nel Kurdistan iracheno sono stati lanciati tre razzi sull’aeroporto di Erbil e uno di essi è finito in una zona residenziale non lontano dalla base di militari a coalizione con guida statunitense. Un contractor civile è morto, probabilmente si tratta di un cittadino americano. I feriti sono cinque tra cui un militare connazionale della vittima.
Nella base sono presenti anche militari italiani ma per fortuna per loro non c’è stata nessuna conseguenza. Sembra che i razzi siano partiti dal distretto di Hamdaniya secondo quanto riferito dalla televisione curda Rudaw.
Il nuovo Segretario di Stato degli Usa Antony Blinken ha chiesto spiegazioni e si è detto indignato per l’attacco. Ha dichiarato di aver contattato il capo del governo regionale del Kurdistan, Masrour Barzani. Con lui ha discusso di quanto successo e il segretario gli ha confermato l’impegno per sostenere ogni sforzo al fine di trovare i responsabili e indagare in tal senso.
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L’Attacco è stato rivendicato da una milizia ritenuta minore e semisconosciuta, la Saray Awliya al-Dam, ossia i guardiani delle brigate del sangue. È la prima volta che rivendicano un attentato con vittima nel Kurdistan iracheno “contro l’occupazione americana in Iraq”, giurando di perseguire i militari a stelle e strisce anche in Kurdistan dove ieri è avvenuto l’attacco che poteva causare un bilancio molto più grave. Dei Tre razzi infatti due sono andati a vuoto, senza causare alcun danno.
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Si conosce ancora poco sulla nuova milizia ma le intelligence si sono già attivate. Al momento è noto che ad agosto già esistevano ma non è escluso che esistano da tempo prima, magari nate da qualche scissione nel variegato mondo delle milizie islamistiche e non. Allora rivendicarono un attentato che avevano come obiettivo i mezzi di rifornimento delle basi americane a Bagdad, Nassirya e Mosul ma fino a ieri non aveno provocato alcuna vittima.
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