Carnevale, perché è chiamato “martedì grasso” e cosa si festeggia

Carnevale non è un solo giorno e il “martedì grasso” è il culmine di un periodo. Cosa significa e perché ci si maschera

Carnevale
Carnevale a Venezia (Getty Images)

Oggi è Carnevale ma sarebbe più corretto dire “martedì grasso“. Il “giorno di Carnevale”, infatti, è come se non esistesse. Ad essere precisi non è solo una giornata ma un periodo. Carnevale dura infatti due settimane e due giorni. Ha inizio la domenica Settuagesima ossia la settima che precedente la Settimana Sante e termina appunto oggi, il martedì grasso.

Ovviamente queste periodizzazioni fatto riferimento al calendario Gregoriano, sono cristiane e nello specifico cattoliche perché possono variare a secondo delle tradizioni nel mondo anglosassone.

Si chiama martedì grasso l’ultimo giorno di carnem levare, dal latino levare, togliere la carne. Dal giorno successivo comincia subito un altro periodo, il Mercoledì delle Ceneri che dà inizio alla Quaresima, un tempo di quaranta giorni di penitenza e astinenza da vari piaceri, principalmente quelli culinari.

Per tale motivo l’ultimo giorno è “grasso”: è consentito mangiare carne (cibo ritenuto prelibato perché più costoso) e zuccheri. È come se fosse l’ultimo grande banchetto prima del digiuno. Ancora oggi la tradizione persiste anche se le proibizioni sono meno rigide. Entrati in Quaresima molto non mangiano carne ma solo il venerdì, giorno della morte di Gesù Cristo.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Coronavirus, il bollettino di oggi 15 febbraio: 7.351 contagi

“A carnevale ogni scherzo vale”

Carnevale
Getty Images

Come detto le tradizioni cambiano da luogo a luogo ma anche all’interno del mondo cattolico. A Milano ad esempio più che il martedì ricorre il sabato grasso. La causa è Sant’Ambrogio che ritardò il suo rientro in città da un pellegrinaggio e i milanesi attesero il proprio vescovo per dare inizio alla settimana di Quaresima.

In questo periodo di emergenza sanitaria non è possibile vivere il Carnevale come quando si era bambini. I più piccoli di oggi avranno il ricordo delle foto travestiti ma non certo delle feste in piazza con i coetanei e i coriandoli.

Ma perché ci si maschera? Il motivo sembra essere sempre legato allo schiamazzo e alla baldoria consentito nell’ultimo giorno del Carnevale.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Fisco e tasse: cosa può cambiare con il Governo Draghi

Prima della penitenza oltre ad andare al di là delle regole con il cibo lo si faceva anche con il sesso nelle feste organizzate, mantenendo però l’anonimato. La maschera consentiva anche di camuffarsi da scherzi anche un po’ troppo pesanti. Da lì il modo di dire che “a Carnevale ogni scherzo vale”

Gestione cookie