L’ex presidente del consorzio di bonifica di Caserta è stato prosciolto dopo 4 anni e mezzo di indagini riguardanti l’attività svolta nello stesso ente.
Lo ha definito un calvario ma dopo quattro anni di indagini il Piero Andrea Cappella, alla guida del consorzio di Bonifica di Caserta, puo finalmente tirare un sospiro di sollievo.
Il tutto comincia nel 2016, quando la Procura di Santa Maria Capua Vetere gli notifica l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Le accuse sono corruzione aggravata e turbativa d’asta.
Proscioglimento da tutte le accuse
L’indagine portò a diversi arresti, con Cappella che esce dal carcere due settimane dopo ma perde la possibilità di essere rieletto al consorzio. Il giro di appalti che coinvolge imprenditori e amministratori pubblici lo vede alla fine estraneo ai fatti, con l’archiviazione del procedimento a suo carico.
Lo stesso esprime soddisfazione in una nota. Ribadendo come “Finalmente giustizia è fattala richiesta del pm ed ora il provvedimento del GIP attestano la mia correttezza, trasparenza ed il rigoroso rispetto delle regole nei cinque anni di presidenza del Consorzio di Bonifica Sannio Alifano“.
Nonostane questo rimane “l’amarezza di aver interrotto un percorso virtuoso, così come la delusione per l’atteggiamento assunto da taluni per le loro miserie ma“-aggiunge-“la verità alla fine trionfa sempre“.
Intanto il processo scaturito dall’inchiesta “Assopigliatutto” va avanti. Come imputati ci sono i sindaci di Piedimonte Matese, Enzo Cappello, e quello di Alvignano, Angelo Di Costanzo. Entrambi affronteranno il dibattimento.