Auto rubate a Napoli e rivendute a Palermo: 16 misure cautelari e giro d’affare di circa un milione di euro
Associazione per delinquere finalizzata a furto, riciclaggio di auto di lusso e truffa in danno ad assicurazioni, queste le accuse nei confronti di sedici persone coinvolte a vario titolo nell’operazione dei carabinieri di Palermo Dirty cars.
Nessuno è andato in carcere: tre persone sono finite ai domiciliari, sette all’obbligo di dimora e sei alla presentazione presso l’autorità giudiziaria. Le auto di lusso veniva rubate a Napoli e provincia e rivendute nel capoluogo siciliano.
Tra i sedici coinvolti ci sono anche un poliziotto e un carabinieri. I provvedimenti nei loro confronti sono stati eseguiti dai rispettivi colleghi. I carabinieri di Misilmeri, in provincia di Palermo, hanno condotto le indagini che in parte hanno coinvolto gli uomini della Squadra Mobile.
Il pool di magistrati che ha lavorato sulla vicenda, guidato dal Procuratore aggiunto Ennio Petrigni, è riuscito a risalire che l’attività di furto e riciclaggio di auto di lusso è andata avanti dall’aprile 2017.
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Auto rubate, il carabiniere sospeso dal servizio
Il metodo utilizzato è ben consolidato e conosciuto da chi commette questi reati. Acquistavano a Napoli costosissime macchine come Ferrari e Porsche che venivano intestati a prestanomi.
La seconda fase della truffa era simulare un furto con tanto di denuncia regolare alle forze dell’ordine con il fine di incassare il risarcimento. Dopo alcuni mesi le auto veniva simulato il ritrovamento delle auto reimmatricolate con documenti e targhe nuove di zecca.
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Per il poliziotto indagato c’è l’obbligo di presentazione mentre per il carabiniere è previsto l’obbligo si dimora a Bagheria dove è stato sospeso dal servizio. Sono quaranta le truffe accertate con la compiacenza di alcuni rivenditori che rimettevano le vetture sul mercato. Il giro d’affari è stimato intorno al milione di euro.
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