Brasile, Covid: indagato il presidente Jair Bolsonaro con il ministro della Salute. Negligenze sulla mancanza di ossigeno in Amazzonia
Le accuse mosse dalla Procura Generale brasiliana nei confronti del presidente Jair Bolsonaro sono gravi. Ci sarebbero state delle pesanti negligenze durante l’emergenza Covid (ancora in corso) in particolare a Manaus, la capitale del grande Stato dell’Amazzonia, a Nord-Ovest del paese.
In particolare il Procuratore Generale Augusto Aras indaga sulla mancanza di ossigeno. Gli ospedali della città, che conta oltre due milioni di abitanti, avevano finito le scorte. Sul registro degli indagati è finito anche Eduardo Pazuello, il ministro della Salute.
La situazione è così grave negli ospedali che molti pazienti sono stati costretti ad essere trasferiti in altre strutture con voli militari. Molti purtroppo non sono sopravvissuti al viaggio e altri prima ancora negli ospedali sono morti senza ossigeno.
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Brasile, Covid: sa settimane si protesta contro Bolsonaro
Sono settimane che nel grande paese sudamericano vanno avanti le proteste contro il presidente, uno dei primi negazioni del Covid e che secondo i contestatori è colpevole di aver sottovalutato la pericolosità del virus.
In tutto lo Stato ci sono stati caroselli contro il presidente anche a causa della deforestazione dell’Amazzonia, una delle zone più verdi del pianeta soprannominata “i polmoni del mondo”. Il caso che ha portato formalmente ad aprire l’indagine su Bolsonaro è stato sollevato da otto parlamentari del partito comunista.
Le cronache raccontano che i medici brasiliani hanno lavorato anche per 36 ore consecutive intervallate solo da piccole pause. Tante le denunce che hanno mostrato gravi carenze della gestione della sanità.
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Fin dalle prime settimane della pandemia Bolsonaro ha definito il Covid una piccola influenza e spesso si è scagliato contro le decisioni dei governi locali che imponevano le prime restrizioni.