Colpo di Stato in Birmania: i militari hanno prelevata Aung San Suu Kyi. Proclamato lo stato di emergenza. Condanna da parte degli Usa
Golpe militare a Myanmar (Birmania). Arrestata il Premio Nobel e leader del paese Aung San Suu Kyi. Lo ha riferito un portavoce della Lega Nazionale per la Democrazia. Erano giorni che tra la formazione che ha vinto le elezioni a novembre e i militari c’erano tensioni perché il voto è stato contestato.
Min Aung Hlaing, il capo delle forze armate, si è accaparrato tutti i poteri e ha proclamato lo stato d’emergenza. La presidenza è stata affidata a Myint Swe, uno dei due vice in carica. Aung San Suu Kyi ha esortato il popolo birmano a non accettare il colpo di Stato.
Interrotte le trasmissioni alla Tv di Stato e chiuse le banche. Le strade di Naypyidaw, la capitale, sono presidiate dai militari che hanno agito – secondo la loro versione – per riparare ai brogli elettorali.
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Colpo di Stato, non è il primo in Birmania: la condanna internazionale
Non la prima volta che nel paese si verifica un Colpo di Stato. Uno degli ultimi riguarda sempre la Lega Nazionale Democratica e il cambio del nome.
Nel 1974 c’era al potere una giunta militare che indisse le elezioni per l’anno successivo, vinte dalle opposizioni tra cui la Lnd. I militari non permisero a Aung San Suu Kyi di governare e rimase in carcere. La stessa giunta nel 1989 cambiò il nome, da Birmania a Myanmar.
I strongly condemn the coup carried out by the #Myanmar military and call for the immediate release of those detained.
Election results and constitution must be respected.
Myanmar’s people want democracy. The EU stands with them.
— Josep Borrell Fontelles (@JosepBorrellF) February 1, 2021
Dura la condanna internazionale: “Gli Stati Uniti sono al fianco del popolo birmano per l’aspirazione alla democrazia” ha detto il Segretario di Stato Antony Blinken, chiedendo il rilascio dei leader politici e civili. Stesa richiesta avanzata dal primi ministro britannico Boris Johnson. “L’Ue è con il popolo”, ha detto l’Alto Rappresentante dell’Unione Europea Josep Borrell.
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