Napoli, maxi frode fiscale: acquisti e operazioni finti in tutta Europa e in paesi non comunitari. Al centro imprenditore partenopeo
La Terza Sezione criminalità economica ed informatica della Procura di Napoli ha coordinato le complesse indagini e la Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito tra la Campania, il Lazio, il Molise e la Lombardia un decreto di sequestro con il fine della confisca preventiva di beni per un valore complessivo di 16 milioni di euro.
Si tratta di beni immobili, conti correnti, quote e partecipazioni societarie e automezzi che secondo gli inquirenti sono frutto di profitto illecito ottenuti tramite la frode fiscale.
Diciannove le persone denunciate accusati di reati di associazione per delinquere finalizzata per l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni mai avvenute ed omessa dichiarazione. Al centro dell’inchiesta un imprenditore napoletano e un commercialista napoletano. Sono sedici le società che hanno preso parte alla grande evasione.
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Napoli, maxi frode: i dettagli
Dalle indagini è emerso che i due per tre anni, dal 2015 al 2018, avevano creato un giro di fatture per operazioni inesistenti, sia in emissione sia in utilizzo, per un cifra che superava i 200 milioni di euro. Gli acquisti venivano effettuati da fornitori con sede in vari paesi dell’Unione Europea e non, dall’Austria al Portogallo, dalla Gran Bretagna all’Irlanda, dal Lussemburgo agli Stati dell’est e tanti altri.
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Dalle lunghe e complesse indagini che sono state effettuate anche con sofisticati mezzi tecnici, è emerso che il professionista che ha promosso la frode si dedicava anche a indebite compensazioni inesistenti per una cifra totale di circa mezzo milioni di euro. I pagamenti avvenivano con moduli F24 presentati anche in banca o versati con i servizi online.
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