Ciampolillo, chi è il senatore che ieri ha votato sì tra mille polemiche

Alfonso Ciampolillo ha fatto scattare il “Var” al Senato. Aveva fatto parlare di sé per la questione Xylella e ora è star del web

Ciampolillo
Foto Facebook

Sembra quasi che il voto di fiducia ottenuto ieri sera al Senato dal governo Conte sia passato in secondo piano. Più che chiedersi quanto sia grande (in questo caso risicata) la maggioranza a Palazzo Madama, molti si chiedono chi sia il senatore Alfonso Ciampolillo e soprattutto perché improvvisamente è diventato così famoso.

Cos’è successo ieri

Ieri il senatore pugliese è arrivato in ritardo alla votazione scatenando un vero e proprio giallo, poi il putiferio. Ha chiesto di votare quando il tempo era già scaduto e così la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati ha chiesto di rivedere il video della votazione per verificare se fosse presente.

Già questo caso ha scatenato l’ilarità dell’aula con i senatori che mutando la tecnologia del calcio hanno parlato di Var. Ovviamente tutto nel web è stato amplificato e le ironie e i meme non sono mancati. Ciampolillo è diventato così una star più degli infuencer e il suo volto è oggetto di molti fotomontaggi.

Alla fine è riuscito a votare perché il video, la “var” del Senato, ha dimostrato che era arrivato in tempo, non oltre la dichiarazione di chiusura di voti e così ha potuto dare il suo sì alla fiducia chiesta dal governo Conte.

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Ciampolillo
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Ciampolillo, chi è il senatore pugliese

In realtà qualcuno con la memoria non troppo corta già ricorda il nome del senatore. Classe 1972, è uno dei ex del Movimento 5 Stelle che oggi fa parte del Gruppo Misto e che ieri ha salvato l’esecutivo. Salì alla ribalta delle cronache quando sostenne che la Xylella, un batterio che colpì particolarmente la Puglia e gli ulivi italiani, non esistesse, schierandosi contro l’abbattimento degli alberi malati.

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Con il Movimento si candidò a sindaco di Bari nel 2009 ma non fu eletto. Quattro anni dopo entrò in Senato, riconfermato dagli elettori nel 2018. Un anno fa, il 31 gennaio, fu espulso dal Movimento per i mancati rimborsi.

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