Conte al Senato: “Chiedo appoggio delle forze europeiste”

Conte al Senato per la fiducia dopo l’ok di ieri alla Camera. Applausi quando entra in aula la senatrice a vita Liliana Segre

Conte al Senato
Getty Images

Giornata decisiva per il governo. Se la fiducia incassata ieri alla Camera era più facile da prevedere, al Senato i numeri sono ben diversi. Nel suo discorso il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha rimarcato quanto detto ieri e anche questa volta non ha mai citato Renzi che ha aperto la crisi.

Subito dopo il suo intervento sono cominciate le dichiarazioni dei senatori. Il primo a parlare è stato l’ex presidente della Camera dei Deputati Pierferdinando Casini che voterà a favore. Durante il suo intervento è entrata in aula la senatrice Liliana Segre.

Casini l’ha salutata e suo ingresso è stato accolto dagli applausi dei colleghi tra cui quelli di Conte e dei ministri. Ieri la senatrice, 90enne e testimone della Shoah, aveva annunciato che oggi sarebbe stata in aula per votare la fiducia a Conte anche se i medici la mesi le sconsigliano di seguire i lavori parlamentari a Roma perché è un soggetto a rischio contagio.

Conte al Senato
La senatrice Liliana Segre (Getty Images)

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Conte alla ricerca di fiducia: “Disseminate mine sul percorso comune”

Non c’è arroganza, posso parlare a testa alta” ha detto il capo dell’esecutivo, aggiungendo che non è facile governare in queste condizioni con chi “dissemina mine” sul percorso comune. Ha chiesto a tutte le forze di ripartire con la massima serenità, sottolineando come ieri che questo non è il momento per una crisi.

Casellati: “Fischiate sotto le mascherine”

Alla fine del discorso di Conte dai banchi dell’opposizione sotto arrivati dei fischio. Il presidente del Senato Casellati ha richiamato all’ordine dicendo che non si riesce a individuare chi fischia sotto le mascherine, invitando i senatori a non assembrarsi.

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Come già accaduto ieri alla Camera, i parlamentari della Lega hanno scandito il nome di Mastella, il sindaco di Benevento che si è detto disponibile a creare un gruppo parlamentare per appoggiare il governo.

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