Rosarno, arresti domiciliari per Giuseppe Idà e il consigliere Domenico Scava: avrebbero avuto i voti della ‘ndrangheta
Nell’ambito dell’operazione Faust della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria sono state arrestate 49 persone. Tra queste ci sono due politici di Rosarno, il primo cittadino Giuseppe Idà, avvocato, e il consigliere comunale Domenico Scriva. Il sindaco si trova agli arresti domiciliari. L’accusa è grave: scambio di voto politico-mafioso.
La Dda guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri ha formulato l’ipotesi che il sindaco nel 2016 fu eletto con il sostegno della costa di ‘ndrangheta di Pisano di Rosarno, nel reggino. Stessa accusa per il consigliere Scriva di maggioranza che sostiene il sindaco: in cambio dell’appoggio elettorale avrebbero dato incarichi comunali a uomini di fiducia indicati dalla cosca.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Caserta, falsi certificati per patenti: oltre 50mila in un anno
Rosarno, varie e gravi le accuse per le persone coinvolte
Le accuse di scambio elettorale politico-mafioso riguarda i due politici e per le altre persone coinvolte ci sono altri capi d’accusa a vario titolo di associazione mafiosa, detenzione illegale di armi, usura, traffico di droga, procurata inosservanza di pena e tentato omicidio.
’#Ndrangheta, arrestato sindaco di #Rosarno https://t.co/ksUSUQE9Tr
— Adnkronos (@Adnkronos) January 18, 2021
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Scuola, superiori in classe in 4 regioni: la situazione in Campania
Idà è stato eletto nel 2016 con un ottimo risultato, il 57,7% dei voti, molti di più rispetto all’altro principale candidato, Giacomo Saccomanno, che si era fermato al 42%. Secondo molti avrebbe preso parte alla corpo per un posto in Consiglio Regionale in vista delle prossime elezioni. Possibilità che dopo i fatti delle ultime ore può dirsi ormai tramontata.