Virus, nel mondo negli ultimi tre mesi le vittime dei primi sei della pandemia. Situazione drammatica in Amazzonia
In tutto il mondo sono quasi 94 milioni le persone contagiate. Negli ultimi mesi, in particolare da quando in Europa è cominciata la terza ondata, si è registrata un’impennata di nuovi casi e di vittime. A preoccupare particolarmente sono le varianti del Covid. La prima scoperta fu quella inglese ma successivi studi hanno dimostrato che non era l’unica.
In questa settimana i nuovi contagi sono aumentati del 10% e le vittime hanno superato i due milioni. Il dato delle persone decedute è indicativo perché la soglia di un milione fu raggiunta il 29 settembre, poco più di sei mesi dal quando il virus fu dichiarato pandemia. Ora nella metà del tempo c’è stato lo stesse numero di vittime e nello stesso periodo 60 milioni di nuovi casi.
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Inglese, sudafricana, spagnola, giapponese, brasiliana; sono diverse le varianti individuate che cambiano tra loro per caratteristiche, trasmissibilità e resistenza. Alcune – ma sono ipotesi – potrebbero anche resistere o rendere meno efficaci i vaccini finora sviluppati.
Al momento la variante più preoccupante sembra essere la brasiliana, la più contagiosa. Proprio da popoloso Stato sudamericano dal bollettino di ieri sono arrivati dei numeri che tanto assomigliano a quelli dell’Europa della prima ondata: più di 66mila contagi e oltre 1000 morti. In totale dall’inizio della pandemia sono 210mila i morti e i contagiati quasi 8 milioni e 400mila.
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Emergenza ossigeno in Amazzonia
Nello Stato simbolo di verde e quindi di ossigeno, è emergenza. Nell’ospedale della capitale Manaus sono nati 61 bambini prematuri ora ricoverati in terapia intensiva. Il Ministro della Salute ha fatto sapere che necessitano di ventilazione meccanica. In alcuni casi i medici hanno addirittura fatto ricorso alla ventilazione manuale per i ricoverati rimasti senza ossigeno.
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