Parler è offline, impossibile scaricarlo da Google e Apple. Il Seo dell’azienda grida che si tratta di censura
Il presidente uscente degli Stati Uniti Donald Trump è stato bannato in via definitiva da Twitter dopo gli assaliti al Congresso della scorsa settimana da lui fomentati secondo il social del cinguettio.
Il tycoon aveva così annunciato da fare una piattaforma tutta sua ma nel frattempo stava cercando “asilo” altrove per poter comunicare con i suoi followers. La scelta era caduta su Parler, l’alternativo a Twitter, ma anche in questo caso non è andata bene. Google e Apple l’hanno rimosso dai propri app store. Dopo la stessa decisione l’ha presa anche Amazon e così il social è finito offline.
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Parler, che social è e perché è stato messo offline
Parler è ritenuto vicino alla destra. Secondo Google ci sono contenuti che incitano alla violenza. La decisione delle piattaforme di rimuoverlo dai propri store è praticamente la stessa per cui Twitter ha chiuso il profilo di Trump che era seguito da ben 90 milioni di persone.
La chiusura di Parler non è definitiva. Al momento è di una settimana ma il futuro è incerto perché senza la possibilità di essere scaricata sugli smartphone è praticamente impossibile che si diffonde. In realtà rispetto ad altri è già molto più piccolo ma se Trump fosse approdato lì, sicuramente sarebbe cresciuto molto.
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Intanto continuano le polemiche su come decisioni prese da privati abbiamo ripercussioni sul pubblico e sulla democrazia soprattutto quando si parla di comunicazione dei più grandi leader politici. Il CEO di Parler John Matze parla di censura, di un attacco dei “giganti della tecnologia”.
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