Scuola, Save the Children lancia l’allarme sul rischio dispersione. Secondo gli intervistati i motivi sono nei problemi della DaD
Allarme di Save the Children nell’indagine I giovani ai tempi del Coronavirus. 34mila studenti sono a rischio dispersione scolastica. Su un campione di studenti dai 14 ai 28 anni, il 28% ha dichiarato che almeno un compagno di classe ha smesso di frequentare la scuola dal lockdown della scorsa primavera.
L’organizzazione evidenza che le assenze prolungate hanno come conseguenza l’abbandono totale della scuola. Ma quali sono le cause? Secondo gli stessi studenti intervistati le difficoltà relative alla Didattica a Distanza come l’impossibilità a connettersi (mancata copertura di rete o dei dispositivi come tablet e pc) o la fatica a seguire tutte le lezioni davanti a uno schermo digitale.
I dati della assenze è maggiore nella scuola secondaria di secondo grado. Tra i più grandi (16-18 anni) sale al 75% rispetto allo scorso anno mentre tra i 14-15 anni si attesta al 69%.
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La pandemia ha colpito duramente l’economia ma che l’istituzione scolastica. Per il 46% dei ragazzi intervistati, l’anno scolastico passato è stato praticamente sprecato. Ripercussioni psicologiche sui ragazzi sono pesanti: si sentono accusati di essere diffusori del contagio pur senza andare a scuola a differenza di altre attività permesse. Vittime, secondo buona parte degli intervistati, dell’incapacità degli “adulti” di gestire la situazione pandemica.
Com’era stata previsto all’inizio dell’emergenza, ci sono state ripercussioni sull’umore e nelle relazioni, in casa e con amici. Le relazioni sociali per molti sono peggiorate (il 59% ha dichiarato di avere difficoltà a socializzare) mentre per molti altri il rapporto con i familiari è stato messo a dura prova.
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Le relazioni con i conviventi sono state più negative e solo per una percentuale più bassa, il 18%, al contrario, la “convivenza forzata” ha migliorato i rapporti in casa. Il 38% degli intervistati ha bocciato la Didattica a Distanza.
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