La bufala è la notizia falsa che serve non corrisponde alla realtà: forse è nata a Roma o per via del naso dell’animale
Anche il più bravo e attento lettore (anzi, utente, oggi così si chiama chi legge gli articoli del web) almeno una volta nella vita sarà inciampato in una bufala, chiamata altrimenti inglesizzato fake news, falsa notizia. Prima che il web e i social diventassero di uso quotidiano, si parlava di disinformazione quando si voleva far credere un fatto diverso da quello reale. Si usava dire anche manipolazione delle notizie.
Tutto cose che ancora oggi ci confrontiamo quotidianamente (forse anche più di prima). È normale che espressioni in uso prima con il tempo cedano il passo a nuovi termini: è una peculiarità delle lingue “vive”, correnti.
Ma tra i diversi modi di far riferimento a una notizia non vera, perché si dice bufala? Varie sono le ipotesi, alcune vengono da Roma e hanno a che fare con la sòla, modo di dire nella capitale per indicare che si tratta di una fregatura: “è stata una sòla!”.
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Durante la guerra ma anche dopo, le donne romane usavano le scarpe con la suola in pelle di bufala perché molto più economiche della suola di cuoio. Ovviamente questo materiale provocava problemi: era facile scivolare e farsi male sul serio. Quando si andava al pronto soccorso si diceva che la donna era “una sòla”, ciò ennesima vittima della suola delle scarpe di pelle di bufala, ma anche “è una bufala”. Insomma, è stata vittima di una fregatura.
Si sostiene anche che questo modo di dire è nato dai disonesti ristoratori che servono la mozzarella di bufala facendola passare per quella più pregiata di vitella. Così dopo il primo boccone ci si accorge che non è vitella ma bufala, un’altra fregatura.
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Infine, c’è la tesi che riguarda più da vicino le notizie che hanno il fine di portare in una direzione diversa rispetto alla realtà, con il popolo che si fa manovrare. L’anello che la bufala ha al naso serve per “manovrare” l’animale con una fune, portarlo dove si vuole e la bestia, docile, segue la direzione. La notizia bufala quindi in questo caso serve per portare l’animale (il popolo, il lettore, l’utente del web) dove si desidera. Una “presa per il naso”, appunto.
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