Strage rapido 904, 36 anni fa la tragedia che provocò 16 vittime e 267 feriti. Il treno partì dal capoluogo campano ed esplose in Toscana
Alle ore 12.50 di oggi presso il binario 11 della stazione centrale di Napoli si terrà un evento commemorativo per la strage del treno rapido 904 del 23 dicembre 1984, conosciuta anche come “strage di Natale”. Ci sarà il sindaco Luigi De Magistris che deporrà una corona d’alloro e il prefetto Marco Valentini. Sarà presente anche Rosaria Manzo, presidente dell’associazione familiari vittime della strage.
Quel giorno sul treno partito da Napoli e diretto a Milano ci fu un attentato dinamitardo. Viene considerato come il primo attentato nell’ambito del piano stragista di cosa nostra.
L’ordigno scoppiò alle ore 19.08 nella Grande Galleria dell’Appennino poco dopo la stazione di Vernio, in provincia di Prato. La bomba fu collocata sul treno furante la fermata a Santa Maria Novella di Firenze. Le vittime furono 16, 267 i feriti.
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Strage rapido 904, il primo attacco allo Stato di cosa nostra: non fu solo mafia
#23dicembre 1984, ore 19:08, il treno Rapido 904 Napoli-Milano, carico di persone per le vacanze natalizie, attraversa la Grande galleria dell’Appennino. Quando, all’improvviso, un’esplosione sventra la nona carrozza di seconda classe e fa tremare l’intero convoglio… pic.twitter.com/OBc3dbPpss
— La storia di oggi (@lastoriadioggi) December 23, 2020
La strage viene spesso associata alla vicina stazione di San Benedetto Val di Sambro perché furono portate dai soccorritori le prime vittime e i primi feriti. La Commissione parlamentare Stragi che fu presieduta dal Senatore Giovanni Pellegrino, nelle sue relazioni ha evidenziato che quel tragico evento fu l’antesignano delle successive stragi mafiose.
Il fine, tra i vari, era colpire e terrorizzare cittadini e apparati statati dopo le prime e importanti rivelazioni dei cosiddetti pentiti di mafia come Tommaso Buscetta (il più grande rivelatore dei segreti di cosa nostra) e Salvatore Contorno.
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Come per altre stragi della storia dell’Italia Repubblicana, dalle indagini della magistratura (e dai pentiti del clan camorristico Misso) era emerso un miscuglio di interessi tra mafia, camorra, neofascisti, banda della Magliana e parti deviate dello Stato.