La Svezia ammette il suo fallimento sulla gestione del Covid-19. Ad ammetterlo è lo stesso Re della nazione, Carl XVI Gustav.
Passo indietro della Svezia sulla gestione Covid-19. Infatti è proprio il Re Carl XVI Gustav ha accusato il paese sull’amministrazione della pandemia da parte delle autorità svedesi, dopo un’usuale presa di posizione pubblica, dopo la situazione che si è creata nel paese. Infatti la Svezia non ha mai imposto restrizioni ed adesso si trova con un gran numero di decessi ed un alto tasso di positività nel paese. La situazione, inoltre, ha creato la caduta della fiducia della popolazione.
POTREBBE INTERESSARTI >>> Emmanuel Macron positivo al test del Covid-19: è in autoisolamento
Il messaggio del Re è arrivato dopo nell’intervista di fine anno alla tv di Stato Svt. Infatti Carl XVI Gustav ha affermato: “Gli svedesi hanno sofferto tremendamente in condizioni difficili. Penso che abbiamo fallito, abbiamo un gran numero di morti e questo è terribile“. Con le sue parole il Re ha fatto capire che è stato un vero e proprio errore l’approccio soft alla pandemia. Infatti il paese non ha mai imposto un rigidi lockdown, ma ha puntato solo su distanziamento e senso di responsabilità.
Covid Svezia, il Re annuncia: “Non è arrivata l’immunità di gregge, ospedali al collasso”
L’obiettivo della Svezia dall’inizio della pandemia era quello di creare un’immunità di gregge, tentativo fallito. Infatti ad oggi il paese svedese conta oltre 350 mila contagi e 7.800 morti, un tasso di mortalità superiore agli altri paesi nordici, con il dato che sale a dieci volte rispetto alla Norvegia e cinque volte rispetto alla Danimarca.
POTREBBE INTERESSARTI >>> Vaccino, Arcuri: “Dai più anziani in giù”. Speranza indica una data
La seconda ondata infatti è stata un vero e proprio colpo basso per la Svezia, che adesso deve affrontare anche un possibile collasso degli ospedali. Cala anche il sostegno pubblico alla linea dettata dal capo virologo Anders Tegnell. Infatti la fiducia nei confronti del virologo è scesa al 59% rispetto al 75% iniziale. Cala il consenso anche nel servizio sanitario nazionale è finita al 52% dal 68%, mentre nelle autorità la fiducia scende al 34%.
Nonostante il calo dei consensi Tegnell non fa un passo indietro e resta convinto che la sua scelta sia valida. Il tutto è avvenuto in televisione, con il virologo che ha affermato che è passato troppo poco tempo per considerarla inefficace. Nonostante le sue parole, però, ha ammesso la situazione di grande difficoltà nelle regioni di Stoccolma e Skane.
I commenti sono chiusi.