Il Premier Conte spiega che per Natale è già stato messo a punto un piano anti coronavirus, al massimo piccole modifiche nei prossimi giorni.
Che Natale 2020 sarà per l’Italia? Il Comitato Tecnico Scientifico ha richiesto al Governo misure più restrittive, chiusure e maggiori controlli per evitare gli assembramenti. Il Dpcm del 3 dicembre prevedeva soltanto per le giornate del 25, 26 dicembre e 1 gennaio il divieto di spostamento tra Comuni. Una sorta di zona rossa nazionale è la richiesta di scienziati ed esperti che hanno presenziato al vertice con il Premier Giuseppe Conte. Il presidente del Consiglio in risposta alle richieste del CTS e in merito all’introduzioni di misure più stringenti per gli ultimi giorni dell’anno ha ricordato che è “già predisposto un piano per le festività natalizie”. Poi Conte apre e ammette: “Forse qualche ritocchino ci sarà. Alla luce dei suggerimenti del Comitato tecnico scientifico qualche misura ulteriore la introdurremo. Ci stiamo riflettendo – riporta l’Ansa – Dobbiamo scongiurare in ogni caso una terza ondata perché sarebbe molto pesante”.
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Il sistema a tre colori in cui sono state suddivise le Regioni sta funzionando, lo ha ribadito oggi Conte. Il Premier ha rivendicato la validità delle scelte del Governo, sottolineando: “Abbiamo evitato un lockdown generalizzato come in Germania. Con misure calibrate e ben circoscritte stiamo reggendo bene questa seconda ondata”.
Il bollettino coronavirus di oggi ha comunicato che in Italia ci sono stati 14.844 nuovi casi, 846 morti per il contagio di coronavirus. Scende la curva epidemiologica, ma resta alto in maniera allarmante il conto quotidiano dei morti. Tuttavia, il tasso di positività cala del 2,5% (attuale 9,1%). Oltre 65 mila vittime dall’inizio dell’epidemia nel nostro Paese.
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Dopo l’annuncio del cashback e il passaggio in zona gialla di alcune Regioni, in tutta Italia si sono viste scene di assembramenti per le vie dello shopping. In tantissimi in strada, soprattutto per fare i regali di Natale. Proprio gli episodi di folla riversata nelle nostre città hanno spinto il CTS a chiedere misure più severe per le prossime settimane. Gennaio è alle porte, quando scatterà l’allarme terza ondata.
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