Attacco hacker a Leonardo, una persona in carcere e una ai domiciliari. Il software introdotto anche a Pomigliano d’Arco
Un ex dipendente e un dirigente di Leonardo (ex Finmeccanica, l’azienda che si occupa della difesa e dell’aerospazio) tra maggio 2015 e gennaio 2017 avevano trafugato 10 giga di dati sensibili dell’azienda. Per loro sono scattate due misure di custodia cautelare da parte della Procura di Napoli.
Sono Arturo D’Elia, che si occupava della gestione della sicurezza informatica, e Antonio Rossi. Per il primo il Gip ha disposto il carcere per il secondo gli arresti domiciliari. Rossi è il responsabile del CERT (Cyber Emergency Readiness Team) di Leonardo, l’organo che si occupa della gestione degli attacchi informatici.
A ognuno di loro sono contestati due diversi reati. Per D’Elia l’accusa è di accesso abusivo di a sistema informatico, intercettazione e trattamento illecito di dati personali. Ad Antonio Rossi viene invece contestato il reato di spionaggio. Gli hacker erano riusciti a immettere nel sistema un trojan da 94 postazioni di lavoro di cui 33 nello stabilimento di Pomigliano D’Arco.
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Malware per spiare l’attività di Leonardo Spa, due dipendenti arrestatihttps://t.co/8MNnmAF5mb
— Agi Agenzia Italia (@Agenzia_Italia) December 5, 2020
Dopo l’immissione con una pen-drive veniva cancellato ogni traccia dell’intrusione che permetteva di scoprire tutto ciò che che si faceva dai pc, anche dei dirigenti, cosa avessero digitato e le schermate visualizzate. Secondo la Procura Arturo D’Elia era anche riuscito ad hackerare una base americana in Italia.
L’indagine è partita dopo una denuncia della stessa azienda che aveva notato delle anomalie informatiche a partire da gennaio 2017. Sarebbero circa 100mila i file sottratti alla sicurezza e alla riservatezza dell’azienda.
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