Inquinamento fiume Sarno, i carabinieri fanno un bilancio dopo le attività di controllo: multe per 225mila euro
I carabinieri hanno diffuso i numeri delle attività di controllo effettuate nei territori del fiume Sarno per scovare le fonti d’inquinamento. In sei mesi i militari dei Comandi Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari di Napoli, Avelino e Salerno hanno posto sotto la lente d’ingrandimento 264 attività produttive e sono stati individuati 41 scarichi abusivi con 36 sequestri (totali o parziali). 144 le persone denunciate. 225mila euro è la cifra totale delle 57 multe elevate.
Gli accertamenti hanno dimostrato che sono tre le principali cause dell’inquinamento. La prima riguarda gli scarichi di reflui industriali effettuati illegalmente dalle aziende approfittando delle avverse condizioni climatiche. La seconda causa sono gli scarichi di acque meteoriche di dilavamento, acque che vengono immerse nel fiume dai piazzali esterni di attività industriali.
Infine la responsabilità delle pubbliche amministrazione perché non mancano gli scarichi di reflui della rete fognaria di tanti Comuni che non hanno un’adeguata rete di sistema fognario. In alcuni casi le reti comunali sono esistenti ma prive dei depuratori.
POTREBBE INTERESSATI ANCHE >>> Napoli, sei anni senza pagare la Tangenziale: denunciato
Fiume #Sarno: Controlli dei @_Carabinieri_ del NOE, 2 sequestri in aziende di Angri e Scafati, 2 persone denunciate https://t.co/Si2HLM1aH9 pic.twitter.com/C69pOc2BXJ
— Ministero Ambiente (@minambienteIT) November 10, 2020
Il fiume Sarno si era ripulito durante il lockdown
Il bilancio riguarda solo gli ultimi sei mesi. Le attività di controllo sono infatti tuttora in corso. Dell’inquinamento del fiume Sarno si era parlato di nuovo durante il lockdown di primavera. In quel periodo non erano mancate foto che testimoniavano come le acque fossero più pulite anche per via delle attività ferme.
Ma già in estate il fiume aveva ripreso l’orrendo colore che da anni lo rendono tristemente noto come uno dei più inquinati d’Europa. All’inizio della fase 2 della pandemia, grazie alle denunce degli ambientalisti, il fiume era ritornato al pre-covid. In tanti avevano inviato segnalazioni al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa che aveva risposto di aver attivato subito i carabinieri del Noe.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Coronavirus, Locatelli: “Vi spiego le tempistiche per il vaccino”
I commenti sono chiusi.