Nuova aggressione a Napoli contro un equipaggio del 118. La denuncia arriva attraverso l’associazione “Nessuno Tocchi Ippocrate”.
Continuano a registrarsi aggressioni contro chi lavora nelle ambulanze, l’ultima è accaduta a Napoli. Infatti stando a quanto riportato dall’associazione “Nessuno Tocchi Ippocrate”, un gruppo di violenti ha accerchiato, offeso e picchiato coloro che operavano nell’ambulanza, sbagliandosi anche.
Il tutto è accaduto intorno alle ore 23 nell’area nord del napoletano, nel quartiere Scampia dove una cinquantina di persone ha attaccato senza pietà un gruppo di operatori, tra calci e pugni, mentre chi lavorava provava a soccorrere un uomo.
Arrivati sul posto, gli operatori sono riusciti comunque a soccorrere l’uomo, ma purtroppo dopo aver annunciato il decesso, le violenze sono continuate all’interno del nosocomio. Andiamo quindi a ricostruire la vicenda in cui un gruppo di malviventi ha colpito violentemente e più volte gli operatori giunti sul posto.
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Napoli, aggressione ad un’ambulanza: la testimonianza dell’Associazione
Secondo quanto riportato dall’associazione, il 118 ha ricevuto la telefonata per un codice rosso intorno alle ore 23. Infatti stando alla telefonata, l’uomo aveva perso la coscienza, ma in pochi minuti l’equipaggio si è recato sul posto, per raggiungere l’abitazione nelle Vele di Scampia. Purtroppo, però, all’arrivo dell’ambulanza, un gruppo di persone ha accolto i soccorritori con calci e pugni.
I sanitari, seppur con grande difficoltà, sono riusciti a raggiungere il decimo piano dell’abitazione a piedi, cercando di prestare soccorso al paziente oramai livido ed in fin di vita. Dopo la dichiarazione del decesso, però, c’è stata una seconda ondata di rabbia, con i parenti del deceduto che hanno proseguito con una serie di improperi e pugni.
Uno di loro ha addirittura colpito un medico nella zona occipitale, provocandogli un ematoma. Come detto, però, la rabbia scagliata contro gli operatori non si è conclusa qui, con gli aggressori che hanno continuato anche all’interno dell’ospedale Cardarelli.
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L.P.
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