Napoli, donna positiva partorisce in Borgo Sant’Antonio: ambulanza in ritardo e senza attrezzatura. Indaga la Procura
Ieri mattina a Borgo Sant’Antonio una donna positiva al covid ha partorito in casa prematuramente, al sesto mese di gravidanza. La nascitura ha però resistito, quando è nata piangeva, poi il dramma. Repubblica Napoli racconta la vicenda con la parole del padre, distrutto dal dolore. Accusa i ritardi nei soccorsi, l’ambulanza è giunta dopo mezz’ora: la Procura ha aperto un fascicolo e la salma è stata sequestrata.
Mario Conson racconta che l’ambulanza è arrivata trentuno minuti dopo la chiamata senza alcun strumento adatto. Non aveva infatti l’incubatrice e all’uomo è stato addirittura chiesta una paio di forbici per tagliare il cordone ombelicale.
La storia che Mario racconta è drammatica, un incubo senza fine. La piccola quando è nata respirava ma causa positività della donna non poteva essere trasportata in ospedale se non con l’ambulanza.
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Napoli, donna positiva partorisce in casa. Il padre: “Poteva essere salvata”
L’uomo è uscito in strada, dice di aver chiamato altri cinque volte il 118 per poi incontrare una pattuglia della Finanza alla quale racconta tutto e i militari sollecitano l’intervento dei soccorsi e nel frattempo parte anche una chiamata ai carabinieri.
Trentuno minuti dopo l’ambulanza arriva, sprovvista di tutto, non c’è neanche la rianimazione. Finalmente si va verso il policlinico ma l’incubo è davvero infinito. L’autista non sa qual è la palazzina dove lasciare la donna per affidarla alle cure dei medici.
Alla fine la moglie viene portata in sala parto per un’altra mezz’ora con la figlia appena nata morta tra le braccia, racconta al quotidiano. Una morte che poteva essere evitata secondo la famiglia che ora chiede giustizia per quando accaduto.
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