L’Università Luigi Vanvitelli di Napoli lancia un’indiscrezione importante: il Covid potrebbe aggravare le malattie neurologiche.
Continuano gli studi sul Covid-19 e gli effetti che ha su coloro con malattie pregresse. A condurre l’ultimo studio ci ha pensato l’Università di Napoli, Luigi Vanvitelli. Ad oggi infatti le persone affette da patologie neurologiche sono ultre 1,2 milioni (demenza) e 720.000 colpite dal Alzheimer. Inoltre stando agli studi la pandemia avrebbe causato un aggravamento dei sintomi e del decadimento cognitivo.
Secondo i dati, ad oggi, sono ben 800mila i pazienti con conseguenze invalidanti dell’ictus. Ogni anno, tale patologia aumenta di circa 150mila casi e che ha mostrato maggiore incidenza durante il periodo pandemico. Inoltre secondo l’Università Vanvitelli, durante il periodo di Coronavirus sono aumentati anche i casi di disturbi del sonno, passati da 12mila a 24mila. Andiamo quindi a vedere lo studio dell’Università sull’effetto della pandemia sulle patologie pregresse.
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Covid, l’effetto sulle malattie pregresse: i dati della Vanvitelli
I numeri dell’Università Luigi Vanvitelli saranno stati lanciati durante la 51° edizione del Congresso nazionale della Società italiana di neurologia, che avverrà dal 28 al 30 novembre. Ovviamente tale congresso avverrà in versione virtuale con ben 2.500 specialisti collegati da tutta italia.
In merito ai numeri che saranno presentati il presidente del Sine direttore Clinica neurologica e neurofisiopatologia, Università ‘Luigi Vanvitelli’ di Napoli, Giocchino Tedesci, ha affermato: “In considerazione di questi numeri, aggravati proprio dalla pandemia in corso, la sfida della neurologia italiana per il futuro si presenta davvero impegnativa e sarà necessario uno sforzo comune per mantenerne i livelli scientifici e migliorarne quelli assistenziali”.
Inoltre durante il Congresso Nazionale saranno presentati anche i dati della neurologia digitale. Infatti per il direttore ha afferma che siamo entrati nella fase della neurologia 3.0. L’obiettivo del direttore è insegnare ai giovani come affrontare i sintomi ed i segni di una malattia neurologica, che non possono prescindere nell’era digitale in cui viviamo.
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L.P.
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