Lucio Battisti, un documento dei Servizi sostiene che finanziava il Comitato Tricolore ma non ci crede neanche lo storico che l’ha scoperto
Negli anni ’70 era circolata la voce che Lucio Battisti fosse un neofascista. Causa di questa diceria era il fatto che mai parlava di politica nelle sue canzoni, in un’epoca in cui erano molto quotati i cantautori impegnati di sinistra, ma non solo. Pare che anche un equivoco come un braccio destro teso indirizzato al coro per dare indicazioni durante una performance avesse alimentato questa leggenda.
Rokol.it racconta che c’è addirittura un documento dei servizi segreti italiani che sostiene questa tesi, mettendo nero su bianco che Battisti fosse addirittura un finanziatore dell’estrema destra, in particolare del Comitato Tricolore. “Fui io a scovare la nota confidenziale dei servizi segreti che attribuiva Battisti questo di finanziatore dell’estrema destra” dice Aldo Giannuli, storico e consulente per la magistratura in materia di intelligence.
Giannuli racconta che anni dopo incontrò un altro cantautore, Bruno Lauzi, scomparso nel 2006, il quale non aveva mai creduto a questa storia sostenendo che Battisti mai avrebbe sborsato soldi per la politica perché non era per nulla interessato e che comunque al massimo votava per il partito Repubblicano.
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Lucio Battisti neofascista, Mogol: “Mai parlato di politica”
Lucio Battisti, ecco come lo spiavano (e non solo lui…) https://t.co/oC0u246BLb pic.twitter.com/l8KJ0UESWR
— Rockol.it (@rockolpoprock) November 24, 2020
Per la tesi di Battista a-apolitico e soprattutto non fascista c’è anche Mogol, il suo paroliere, coautore di tantissimi capolavori. Nel molto tempo passato insieme non ha mai sentito Battisti parlare di politica. Lo ha dichiarato ieri all’AdnKronos che ieri aveva anticipato la notizia di Rokol.it.
Definisce Battisti “parsimonioso ma non avaro” e che comunque mai avrebbe finanziato una parte politica perché non era interessato. Mogol ha parlato anche della diceria di “Battisti fascista”: la mancanza di canzoni con riferimenti politici e in particolare alla sinistra, questa sarebbe il motivo. “La verità è che c’era una sorta di fanatismo politico“, ha detto.
“Di note con balle stratosferiche ne ho trovate parecchie”, dice Giannuli e pare che anche questa lo fosse. Insomma, ascoltando chi conosceva Battisti e uno studioso come Giannuli, è probabile che si sia trattata di una cantonata da parte dei Servizi.
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