Scommesse clandestine, l’operazione della Guardia di Finanza è il proseguo della precedente avviata a giugno scorso
L’operazione che ha portato a quindici arresti è della Guardia di Finanza di Palermo che ha smantellato due organizzazioni di scommesse clandestine. Sei persone in carcere e nove agli arresti domiciliari.
Circa cento militari dei reparti del capoluogo siciliano, di Napoli e di Salerno, hanno sequestrato su disposizione del Gip sei agenzie tra Palermo e la provincia di Napoli. Le accuse sono di associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo delle scommesse e truffa ai danni dello Stato e trasferimento fraudolento di valori.
L’indagine delle Fiamme gialle non è nuova. È la prosecuzione di quella denominata All in (All in si gioca è il nome del secondo filone) che a giugno scorso portò all’arresto di dieci persone indagata a vario titolo. Per queste però le contestazioni della magistratura erano aggravata dall’accusa di concorso esterno a cosa nostra.
Cinque mesi fa furono cinque le imprese che furono sequestrate che aveva ottenuto le concessioni stati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per le scommesse.
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Scommesse clandestine, giro d’affari tramite le agenzie legali
#GDF #Palermo: smantellate due #organizzazioni criminali che gestivano la raccolta illegale di #scommesse. Eseguiti 15 #arresti e sequestrate 6 #agenzie tra Palermo e #Napoli.#NoiconVoi pic.twitter.com/doNgdEwYlR
— Guardia di Finanza (@GDF) November 24, 2020
Oltre agli uffici e nelle stesse agenzie di scommesse, tra la Sicilia e la Campania le perquisizioni sono avvenute anche nelle abitazioni degli indagati. Nella prima indagine erano emersi i presunti rapporti tra la mafia e scommesse illegali. Con l’operazione di oggi sono venute alla luce due diverse associazioni, distinte ma parallele, con a capo Salvatore Rubino.
Sarebbe stato lui a organizzare la rete illegale che raccoglieva ogni mese un giro di scommesse per 2,5 milioni di euro secondo le intercettazioni telefoniche. I soldi delle giocate clandestine venivano raccolte tramite le agenzie regolari. I gestori di queste, in accordo con gli indagati, alimentavano il sistema parallelo accettando soldi in contanti convogliate tramite piattaforme estere e illegali.
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