Zona rossa, i governatori hanno proposto di portare da 21 a 5 i punti da valutare per la determinazione del colore dei territori
Il Dpcm che ha introdotto la divisione dell’Italia in zone gialle, arancioni e verde è del 4 novembre e da allora le Regioni non sono tutte d’accordo sui criteri in base ai quali viene stabilito il “colore”. Sono 21 i parametri che si tengono in considerazione, stilati dal Ministero della Salute con il Comitato Tecnico Scientifico.
Oggi alle 16.00 c’è l’atteso incontro in videoconferenza tra le Regioni e il governo. Per l’esecutivo oltre al Ministero per i rapporti regionali Francesco Boccia parteciperà anche il titolare della Salute Roberto Speranza e il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro.
Per domani, al di là di come andrà l’incontro di oggi, è comunque in programma la Conferenza delle Regioni. I governatori hanno le idee chiare: ieri hanno chiesto la modifica dei 21 parametri, portandoli a 5.
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Semplificare le modalità per stabilire in quale fascia deve entrare una regione e soprattutto farlo capire più facilmente all’opinione pubblica. Così spiega il governatore Veneto Luca Zaia i motivi che hanno spinto le regioni ad abbassare a 5 i parametri, sintetizzando i 21 ora in vigore.
Per le Regioni bisogna solo valutare: La percentuale di tamponi positivi, inclusi i test rapidi ora esclusi; il calcolo dell’Rt; la percentuale di occupazione dei posti letto in terapia intensiva; la percentuale di occupazione dei posti letto in Area Medica Covid, quindi non solo quelli in terapia intensiva; tipologia e numero di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale, in pratica la capacità di contact tracing.
“Tutti dicono che la questione algoritmo è una cosa poco trasparente”, ha detto Marco Marsilio, governatore dell’Abruzzo, ultima entrata in zona rossa. Algoritmo che nessuna sa spiegare, ha aggiunto.
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