Tablet sospeso, nella penisola sorrentina nasce l’idea per aiutare chi non ha dispositivi per fare lezione a casa
Negli ultimi anni aveva riottenuto notorietà l’antica tradizione del caffè sospeso, pagato ma non consumato, da lasciare a chi non poteva permetterselo. Da allora l’iniziativa solidale è stata ripresa, adattandosi ai tempi. L’ultima è stata il tampone sospeso e in tempi di pandemia non poteva mancate il tablet – o pc – sospeso, un modo per aiutare chi è costretto a fare lezione a casa ma che deve scontrarsi con le ristrettezze economiche che a volte possono impedire anche di comprare un oggetto diffuso come un computer.
L’ultima iniziativa arriva dalla Penisola sorrentina e la racconta Michelangelo Iossa sul Corriere del Mezzogiorno. Come accade sempre più spesso nell’era digitale, l’iniziativa è nata con un post su Facebook. Eugenia Di Leva è di Meta di Sorrento e nella vicina Sorrento dirige la Q.B., “Quanto Basta”, una scuola di cucina per ragazzi.
La donna è nota in zona perché protagonista di iniziative solidale e così una mamma le chiese se fosse in possesso di un tablet da darle in prestito per il figlio. Di Leva chiese sul noto social blu se qualcuno fosse disponibile ad aiutarla e la risposta fu una marea solidale.
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Tablet sospeso, dispositivi riparati per chi ha bisogno
Di Leva racconta al giornale che da quel giorno ha ricevuto molte telefonate di persone che volevano donare i propri dispositivi e di altre che li chiedevano. Con l’aiuto di Vittorio Acampora, tecnico informatico, è nato un vero e proprio centro di riparazione gratuito dei dispositivi elettronici con le spese sostenute da Di Leva.
I motivi della necessità, nonostante i fondi messi a disposizione dalla istituzioni per aiutare nello svolgimento della Didattica a distanza, racconta la donna, sta nel fatto che molti bonus non sono stati evasi ma c’è anche un altro problema: delle famiglie hanno vergogna a mostrare il proprio Isee alle scuole per poter così ottenere il bonus.
Dove ci sono barriere poste dalla burocrazia ci sono però i cuori solidali che consentono lo svolgimento di un diritto costituzionale e fondamentale: quello allo studio che in tempi di pandemia è duramente messo in discussione.
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