Si fa critica la situazione Covid-19 in Svizzera. Infatti nel paese elvetico sono terminati i posti in terapia intensiva.
Uno dei paesi più colpiti dalla seconda ondata di Covid-19, anche a sorpresa, è la Svizzera. Infatti il paese elvetico non è riuscito a contenere la seconda ondata, con il sistema sanitario che è letteralmente collassato. Stando all’ultimo bollettino lanciato dal ministro della Salute del paese, sarebbero finiti i posti in terapia intensiva.
Nonostante i grandissimi sforzi dei medici svizzeri, al momento non ci sarebbero più posti. Inoltre a lanciare l’allarme ci hanno pensato la Società svizzera di medicina intensiva (Ssmi). Infatti è stata la stessa società a lanciare l’allarme attraverso un comunicato in cui dichiara: “Gli 876 letti certificati e riconosciuti dalla Ssmi, normalmente disponibili in Svizzera per il trattamento degli adulti, attualmente sono praticamente tutti occupati“.
Ovviamente a supporto dell’allarme lanciato c’erano i dati raccolti dal Sistema di informazione e di intervento del Servizio sanitario coordinato (Ssc), struttura che dipende dall’esercito nazionale.
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Covid Svizzera: “Sovraccarico evitato dal rinvio di operazioni non urgenti”
Per evitare il sovraccarico dell’intero sistema sanitario, non solo sono stati creati nuovi posti in terapia intensiva, ma addirittura sono state rinviate tutte quelle operazioni giudicate non urgenti. Come precisa la nota tutto ciò è stato dovuto per far fronte alla critica situazione locale. Così sono diversi i pazienti che sonos tati trasferiti in altri cantoni, addirittura al di fuori della regione linguistica.
Come riporta il Ssmi, queste misure sono difficili non solo per i malati e i loro familiari, ma anche per i reparti di terapia intensiva. Infatti i reparti più importanti per l’emergenza Covid sono al limite della loro normale capacità di posti letto. Ma come riporta il comunicato: “Stanno facendo del loro meglio per far fronte a un afflusso di pazienti in condizioni critiche, maggiore della prima ondata di Covid-19, e per continuare a trattare tutti i pazienti gravemente malati in futuro“.
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L.P.
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