Il 2020 farà registrare un grave calo del Pil, con il Sud che tornerà al 1980, ed ogni italiano che perderà circa 2.500 euro.
L’ufficio degli studi della Cgia di Mestre ha lanciato l’allarme. Infatti quest anno a causa Covid, il Pil si ridurrà sensibilmente ed ogni italiano perderà in media 2.500 euro. Infatti stando allo studio, le città più colpite sono: Firenze con 3.456 euro, Bologna 3.603, Modena 3.645, Bolzano 4.058 ed infine la più colpita è Milano con 5.575 euro.
Inoltre il Pil subirà una riduzione soprattutto al Sud, dove si tornerà indietro di 31 anni, al 1989. La perdita di denaro qui, però, sarà più contenuta con un -9%. Inoltre sempre secondo lo studio della Cgia regioni come Molise, Campania e Calabria orneranno allo stesso livello di Pil reale conseguito nel 1988 (32 anni fa), mentre la Sicilia tornerà addirittura al 1986.
Con la decrescita del Pil, diminuirà anche l’occupazione, con un calo di circa 500mila unità. Un dato più negativo, che sarebbe stato addirittura peggiore senza il blocco dei licenziamenti imposto dal Governo alle aziende. Andiamo quindi a vedere le parole di Paolo Zebeo, coordinatore degli studi della Cgia.
Pil in drastico calo al Sud, Zebeo: “Meno soldi, più disoccupati e chiusura di molte aziende”
Sullo studio si è pronunciato anche Paolo Zebeo, coordinatore della Cgia. Infatti il coordinatore ha ricordato che la decrescita è normale visti i meno soldi nelle tasche degli italiani, più disoccupati e le tante attività che entro la fine dell’anno chiuderanno definitivamente i battenti. Inoltre sempre per Zebeo, la crisi economica rischia di trasformarsi ben presto in Crisi sociale.
Il problema per il coordinatore è soprattutto al Sud, dove a tutti questi problemi si va ad aggiungere anche la massiccia presenza di organizzazioni criminali a stampo mafioso. Infatti, proprio tali organizzazioni ci sguazzano in queste situazioni di difficoltà, accrescendo il loro potere. Per la ripresa, però preoccupa anche il calo degli investimenti. Così l’Italia deve studiare una strategia per uscirne fuori dalla crisi, ma molto probabilmente con una pandemia da affrontare questa resta un’impresa ardua.
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L.P.
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