Quali sono i 21 parametri che determinano in quale zona deve essere posta una regione secondo le regole in vigore da domani
L’atteso Dpcm che divide l’Italia in tre diverse fasce emergenziali di colore giallo, arancione e rosso è finalmente arrivato ma solo nella serata di ieri si è saputo ogni ragione in quale fascia si trova. Tra sorprese – come la Campania e il Veneto nell’area gialla con la prima fino a ieri mattina sembrava andare verso la rossa – e delusioni con i governatori e Piemonte e Lombardia che non sono contenti della collocazione in area rossa, la mappa del territorio nazionale è stata resa nota. Ma quali sono stati i criteri?
Il governo ha lavorato con il Comitato Tecnico Scientifico avendo come base ventuno criteri per determinare per determinare la giusta collocazione che, è bene ricordarlo, può variare perché al momento hanno validità fini al 3 dicembre.
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I primi sei indicatori riguardano il monitoraggio: il numero dei casi sintomatici notificati per un mese; il numero dei casi sintomatici notificati per un mese ricoverati (non in terapia intensiva); i casi di trasferimento in terapia intensiva; il numero dei casi di un mese considerando il comune di residenza o domicilio; checklist somministrate settimanalmente sociasanitarie; i numero di strutture rispondenti alla checklist.
Altri sei parametri riguardano la diagnostica e sono:
Percentuali tamponi positivi per un mese; data inizio sintomi e data di diagnosi; data inizio sintomi e isolamento; data inizio sintomi e data di diagnosi; numero di tipologia personale dedicato al servizio territoriale contact-tracing; numero di tipologia personale dedicato in ogni servizio territoriale dedicato al servizio come prelievo-invio nei laboratori e dei casi in isolamento; numero casi infezione confermata nella regione a seguito di un’indagine epidemiologica.
Infine, gli ultimi parametri riguardano la tenuta dei servizi sanitari:
Il numero Rt calcolato sulla base della data di inizio sintomi e data di ricovero; il numero dei casi riportato dalla Protezione Civile nelle ultime due settimane; i casi riportati alla sorveglianza sentinella Covid-net; numero dei casi in base alla data diagnosi e data inizio sintomi; numero di nuovi focolai di trasmissione (2 o più casi collegati tra loro); numero di nuovi casi confermati per regioni che non riguardano una già nota catena di trasmissione; numero accessi al pronto soccorso con sintomi riconducibili al Covid; numero posti letti occupati in terapia intensiva di Covid; numero posti letti occupati in area medica Covid.
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