Giuseppe Conte ha rilasciato alcune dichiarazioni in conferenza stampa per presentare il nuovo Dpcm che entrerà in vigore dalla giornata di venerdì 6 novembre.
Il premier, in conferenza, ha detto quanto segue.
“Disponiamo di un piano di monitoraggio della curva che si basa su 21 parametri. Se introducessimo misure a livello nazionale imporremmo misure restrittive per aree del paese dove è meno grave l’epidemia. Abbiamo distinto l’Italia in tre fasce: giallo, arancione e rossa. Proprio poco fa il ministro Speranza ha individuato le fasce.
Nell’area gialla chiudono musei e mostre. Si passa alla didattica a distanza per le superiori mentre in presenza scuole dell’infanzia, le elementari e le medie. Sospese le prove scritte che si svolgono in presenza, con alcune eccezioni come quelle per medici, operatori sanitari e protezione civile. Bar e ristoranti restano aperti fino alle 18.00. Restano aperti i centri sportivi”.
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“Nelle aree arancioni ci sono Puglia e Sicilia. In aggiunta alle misure già indicate per quelle arancioni sarà vietato spostarsi da una regione all’altra, ma da un comune all’altro ci si potrà spostare per usufruire dei servizi non presenti nel proprio di domicilio. Inoltre, i bar e i ristoranti chiudono 7 giorni su 7. Restano aperti edicole, tabacchi, farmacie e parafarmacie.
Nell’area rossa con criticità alta rientrano Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta. Qui è vietato ogni spostamento a qualsiasi orario. Non ci si può spostare da una regione all’altra e neanche da un Comune all’altro. Chiudono anche i negozi fatta eccezione i generi di prima necessità. Restano aperte anche le lavanderie. Qui la didattica a distanza è prevista anche per seconda e terza media. Chiusi musei, mostre, palestre, cinema e teatro. I mezzi potranno avere capienza massima del 50%.
Non ci sono regioni o territori che possono sottrarsi a queste misure. Il Dpcm entrerà in vigore dal 6 novembre e fino al 3 dicembre. Se una Regione rientra in condizioni di stabilità in una condizione di rischio più bassa dopo almeno 14 giorni potrà rientrare in una zona a rischio minore.
Comprendiamo il disagio, la frustrazione ma dobbiamo tenere duro. Siamo già al lavoro per mitigare la situazione economica. È allo studio un decreto ristori bis”.
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