Lockdown, secondo i ricercatori guidati da Antonio Scala del Cnr è fondamentale la tempestività e a chi viene applicato
Dopo le ultime misure che hanno di fatto stabilito un mini lockdown per alcune categorie di commercianti, per domani è atteso il nuovo Dpcm che potrebbe bloccare la mobilità tra le regioni e istituire alcune zone rosse.
Si sta cercando in tutti i modi di evitare un lockdown come quello di primavera, generalizzato. A tal propositivo va anche la ricerca di Antonio Scala, presidente Big Data in Health Society e ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Dopo uno studio con altri ricercatori, ad aprile aveva pubblicato un articolo ripreso poi ad agosto dalla Nature Scientific Reports.
Un nuovo lockdown sarebbe difficilissimo da digerire per cittadini e imprese, per motivi economici ma anche psicologici e secondo lo studio applicare le chiusure in tempi sbagliati potrebbe causare il mancato effetto positivo. È fondamentale anche scegliere il momento giusto di quando applicare il lockdown, non bisogna farlo troppo tardi ma neanche in anticipo.
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Lockdown, secondo la ricerca va applicato anche in base all’età
Servono lockdown locali e per età fino al vaccino. La tesi di uno studio italianohttps://t.co/fyCzAWJHxi
— Agi Agenzia Italia (@Agenzia_Italia) November 1, 2020
Osservando i dati di questi mesi, lo studio ha messo in evidenza dei punti fondamentali di come applicare il lockdown. Devono essere fatte delle scelte molto mirate in base al territorio e all’età. Una chiusura generalizzata e poco calibrata fa male all’economia e può dare l’illusione che il virus sia stato quasi sconfitto per poi tornare con una seconda ondata. In pratica è quello che è successo dopo l’estate.
Sono fondamentali i dati locali, delle regioni e delle provincie, per applicare i giusti rimedi solo a certe zone, ma c’è di più. La novità è che si potrebbe scegliere il lockdown in base all’età, quindi, ad esempio, applicarlo solo ai giovani o agli anziani.
Come l’applicazione del lockdown dovrebbe essere mirata e calendarizzata, dicasi lo stesso anche per l’uscita: riprendere la vita di prima man mano, porre fine alle chiusure a varie cadenze. Insomma, neanche la fine della chiusura deve essere generalizzata.
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