Anche gli anestetisti italiani lanciano l’allarme sulla situaizone Covid. Per gli addetti all’anestesia si torna allo scenario di marzo.
La situazione Covid-19 continua a preoccupare l’Italia, con una denuncia della situazione arrivata anche dagli anestetisti italiani. Infatti nella giornata di ieri, l’Italia ha toccato quote record, con oltre 26mila nuovi contagi e con ben 217 nuovi decessi legati alla pandemia. L’efficacia delle misure del nuovo Dpcm si saprà solamente tra 14 giorni, ma intanto gli ospedali continuano a riempirsi, col il sistema sanitario sul lastrico.
Come riportano gli anestetisti, infatti, pian piano si sta tornando alla situazione di marzo, quando l’Italia in piena crisi sanitaria decise di adottare il primo lockdown. Infatti il paese italiano adesso rischia una nuova chiusura totale, così come successo per Francia e Germania. Andiamo quindi a vedere le parole degli addetti all’anestesia nei reparti di terapia intensiva.
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Covid, gli anestetisti affermano: “Aumenta pressione sul sistema sanitario”
A parlare sulla situazione Covid-19 in Italia, ci ha pensato la presidente Siaarti (Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva) Flavia Petrini, in compagnia degli anestetisti della Commissione paritetica. La presidente Petrini ha infatti ricordato che lentamente si sta tornando quella di marzo.
Infatti stando alla Siaarti, mancano sempre più posti letto in ospedale, visto l’aumento esponenziale di terapie intensive. Ad oggi la pressione sul sistema sanitario è già alta e potrebbe generare presto nuove situazioni di squilibrio.
Infine Flavia Petrini ha concluso ricordando che i medici anestesisti-rianimatori , sono tra i sanitari più impegnati nella lotta al Covid-19. Come riporta la presidente svolgono uno dei ruoli più delicati, affermando: “La scarsità di risorse prodotta dalla pandemia ci coinvolge in modo particolare anche nelle difficili scelte per individuare le persone che possono realmente beneficiare delle cure intensive“. Per questo motivo continuano ancora gli studi per garantire a tutti le migliori cure ed evitare altre drammatiche perdite.
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L.P.
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